Le prime pagine di cronaca locale e nazionale raccontano spesso di gesti di grande ‘coraggio’. Di decisioni, difficili da prendere quando si soffre. Sempre più famiglie scelgono di donare gli organi di una persona che non c’è più, riuscendo a trasformare il dolore per la scomparsa di una persona cara in una speranza per “sconosciuti” che attendono un trapianto per poter continuare a vivere. Di questo parla la storia di una 83enne venezuelana ospitata sulle colonne di Repubblica.
Come si legge nell’articolo a firma di Cenzio Di Zanni, l’avvocata in pensione aveva raggiunto Taviano, in Salento, per il matrimonio della figlia Ilse, ma quattro giorni prima delle nozze con un imprenditore salentino di 53 anni che gestisce un supermercato a Casarano, una tragedia ha “rimandato” il sogno di questa coppia pronta a dirsi sì dopo otto anni di amore.
A causa di una emorragia cerebrale, l’83enne è stata ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale “Francesco Ferrari”, dove poi è spirata. Un dolore diventato speranza, come detto. Quando i medici le hanno prospettato la possibilità di donare gli organi della mamma, la figlia non avuto dubbi. E ha acconsentino certa che fosse quello che avrebbe voluto. Il fegato della signora venezuelana, ora, darà una chance ad un uomo iscritto nella lista d’attesa del Policlinico di Bari.
Una storia triste quella che arriva dal Basso Salento, ma che ha da insegnare tanto. “Ilse ha fatto quello che sua madre avrebbe voluto. Era una persona dolcissima e ha continuato a fare del bene anche in occasione della sua morte” ha raccontato l’uomo che, presto, convolerà a nozze con la sua compagna. Mancherà una mamma e la sua assenza non si potrà colmare nel giorno più bello della vita di una coppia, ma entrambi sapranno che ora una persona sta meglio grazie al loro gesto.
