Mogli e figlie di chi combatte, brutalmente stuprate e in alcuni casi uccise. Lo avevamo già visto negli anni 90 nella ex Jugoslavia, quando nelle pieghe immonde della cosiddetta pulizia etnica le donne erano il bersaglio preferito della violenza bestiale.
Oggi dall’Ucraina arrivano le testimonianze di coloro che hanno assistito non solo ai massacri, ma anche alla sopraffazione sessuale ai danni di molte giovani donne scelte come obiettivo non convenzionale.
E mentre in Italia ricorrentemente si celebrano, non senza buone dosi di retorica, le giornate contro la violenza sulle donne e in memoria delle vittime della Shoah, l’Europa deve assistere a quegli stessi immondi eventi su vasta scala nell’operazione militare della Russia.
Un’operazione dai caratteri infernali, che reclama a voce unanime quella giustizia che la guerra sospende quando mette in scena il suo teatro degli orrori.
