Si rianima il cantiere dove sorgerà il terminale di ricezione del gasdotto Tap. Da questa mattina, infatti, gli uomini della multinazionale svizzera sono al lavoro per espiantare e trasferire gli ulivi che affondano le loro radici nella zona. «In coordinamento con gli enti competenti e nel pieno rispetto della normativa che ne disciplina la gestione», precisano.
Originariamente, le piante che avrebbero dovuto trovare casa altrove erano quarantadue, ma sono state ridotte a trentacinque, grazie alle ottimizzazioni che Tap ha svolto. “Ottimizzazioni” che hanno permesso di ridurre le dimensioni delle aree di lavoro.
«A fronte delle analisi effettuate in precedenza su tutte le piante e in coerenza con le indicazioni delle autorità fitosanitarie – si legge in una nota – sono assicurati gli adempimenti per alcuni ulivi che sono risultati affetti da Xylella fastidiosa».
Le piante in salute, invece, sono state trasportate a Masseria del Capitano e saranno alloggiate nei canopy predisposti da TAP che, a questo punto, ospitano circa 700 ulivi. Alberi curati con le migliori tecniche agronomiche, in attesa del loro reimpianto nella posizione originaria. La promessa della multinazionale, infatti, è quella di non modificare il volto del paesaggio per fare spazio all’infrastruttura che gode dello status di “Progetto di interesse comune” riconosciuto dall’Unione Europea.
I NoTap, intanto, hanno lanciato l’allarme sulla pagina facebook ufficiale del Movimento per richiamare quante più persone possibile.
