Due morti nell’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio: la difesa chiede una superperizia

I legali dei tre imputati, durante l’udienza preliminare, hanno chiesto il rito dell’abbreviato condizionato ad una consulenza tecnica che accerti le reali cause della deflagrazione.

Chiesta una superperizia per far luce sul tragico incendio della fabbrica di fuochi d’artificio, nel quale hanno perso la vita il figlio del titolare ed un operaio, morto dopo il ricovero in ospedale.

Gli avvocati Massimo Bellini e Francesca Conte, difensori dei tre imputati, convinti che l’esplosione sia legata ad un caso fortuito, hanno chiesto nel corso dell’udienza preliminare davanti al gup Michele Toriello, il rito dell’abbreviato condizionato ad una consulenza tecnica che accerti le reali cause della deflagrazione. Il giudice scioglierà le riserve nell’udienza del 10 marzo.

Intanto, la madre del 19enne Gabriele Cosma si è costituita parte civile con l’avvocato Luigi Rella.

Sul banco degli imputati compaiono: Dario Raffaele Cosma, 49enne, padre della vittima, in qualità di titolare firmatario dell’azienda. E poi, i fratelli Gianluca Cosma e Andrea Cosma, entrambi 44enni di Monteroni, in qualità di soci.

Rispondono dell’ipotesi di reato di cooperazione in omicidio colposo, in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.

L’inchiesta

L’avviso di conclusione è a firma del Procuratore Aggiunto Elsa Valeria Mignone e del Sostituto Procuratore Roberta Licci. Secondo la Procura, i tre indagati sarebbero responsabili del decesso di Gabriele Cosma e Giovanni Rizzo, poiché entrambi “di fatto prestanti attività lavorativa all’interno dell’azienda”.

I pm contestano agli indagati una serie di omissioni. Anzitutto, la produzione di polvere pirica, mediante una macchina di tipo artigianale (detta, “mulino a biglie”) e in assenza di autorizzazioni. E poi, la mancanza di un documento sulla valutazione dei rischi, derivanti soprattuto dalla presenza di agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro.

Non solo, gli indagati non avrebbero avvisato e formato adeguatamente i lavoratori sulle normative di legge e non avrebbero fornito loro idonei dispositivi di sicurezza individuale.

Secondo la Procura, infine, il luogo di lavoro in cui hanno perso la vita due persone non risulterebbe conforme ai requisiti previsti dalla legge.

La tragedia

Nella mattinata del 9 novembre del 2018, intorno alle ore 8.30, si è verificata un’esplosione nella fabbrica di fuochi d’artificio sita in Contrada Palombi ad Arnesano, causando il crollo di una parte della struttura. Nel punto in cui si è consumata la deflagrazione, all’interno dell’azienda di famiglia, erano presenti Gabriele Cosma e Giovanni Rizzo.

L’esplosione è stata fatale per il primo, mentre il secondo è stato trasportato d’urgenza presso il Reparto Grandi Ustionati dell’ospedale “Perrino” di Brindisi ed è deceduto il 16 novembre.

Le indagini sono state condotte dai Militari dell’Arma del Gruppo Artificieri, del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Lecce e dallo Spesal.



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