Un 23enne senegalese l’uomo fermato per la morte dell’artista di strada, ha confessato la rapina

Grazie a un’indagine lampo, gli agenti della Squadra Mobile, hanno rintracciato l’aggressore, che nel corso dell’interrogatorio davanti al Pubblico ministero ha reso una confessione.

Le immagini delle telecamere di videosorveglianza, l’abbigliamento indossato nel corso della serata e al momento dell’identificazione e il particolare taglio di capelli, sono questi gli elementi principali che hanno fatto sì che le indagini sulla morte di Leonardo Vitale, 69enne di Oria, artista di strada, subissero un’accelerata.

Nella tarda serata di ieri gli agenti della Squadra Mobile di Lecce, diretti dal Vicequestore Alessandro Albini, a conclusione di un’articolata attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo,  ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto Lamin Mamadou, 23enne, nato in Senegal, in Italia senza fissa dimora, ritenuto responsabile di rapina e di morte o lesioni conseguenza di altro delitti, commessi a Lecce, in viale Oronzo Quarta, angolo via San Giovanni Bosco (nei pressi del piazzale della Stazione) nella notte del 04 Ottobre 2021 ai danni di Vitale, morto successivamente presso il reparto di Rianimazione dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, alle 09.30 dell’11 ottobre, dove era stato ricoverato la notte dell’aggressione e successivamente sottoposto a intervento chirurgico.

I fatti

In particolare la notte del 04 ottobre, a seguito di una segnalazione al 113 relativamente un’aggressione nei confronti di una persona nei pressi della stazione i poliziotti dell’Ufficio Volanti, una volta sul posto, hanno constatato la presenza di un uomo in stato di incoscienza, riverso sul marciapiede è che presentava una ferita nella parte posteriore della testa, ematomi ed escoriazioni al volto e soccorso immediatamente dal personale sanitario del 118 fatto intervenire nel frattempo. In una tasca del giaccone dell’uomo sono stati trovati i documenti che hanno permesso di identificarlo nella persona di Leonardo Vitale.

Data la criticità delle ferite, i sanitari lo hanno trasportato presso il “Vito Fazzi”, per essere successivamente sottoposto a un delicato intervento chirurgico a seguito del quale, a causa delle sopraggiunte complicazioni, l’11 ottobre è stato dichiarato morto.

La denuncia del figlio

Nelle successive denunce rese dal figlio della vittima, il 7 ottobre, si è appreso che l’artista era solito girare con al seguito un carrellino di colore rosso al cui interno erano contenuti gessetti e colori che non sono stati ritrovati tra gli effetti personali che gli erano stati riconsegnati, così come non gli era stato restituito il telefono cellulare del padre, il cui numero è risultato irraggiungibile.

L’avvio delle indagini

Proprio sul trolley mancante si è immediatamente concentrata l’attenzione degli investigatori dato che, vicino alla vittima era stata rinvenuta una maniglia di colore rosso, uguale a quelle dei carrellini porta zaino; circostanze che hanno lasciato chiaramente pensare che il 69enne potesse essere stato destinatario di un’aggressione a scopo di rapina nel corso della quale lo zaino si sarebbe rotto e parti sarebbero rimaste sul posto.

A questo punto quindi, sono state “mappate” tutta una serie di telecamere di videosorveglianza, allargando man mano sempre più il raggio di interesse e acquisendone le numerosissime immagini registrate. Proprio da questo lavoro certosino di raccolta e visione, condotto incessantemente dagli investigatoridella Mobile, coordinati dalla Procura di Lecce,  sono state ricostruire non solo tutte le fasi antecedenti alla rapina, sin dall’1.00 circa del 04 ottobre, ma anche di individuare, senza ombra di dubbio, la persona resasi responsabile dei fatti, individuato in un uomo di carnagione scura; con indosso una felpa bicolore, con bande più chiare sulle spalle; pantaloni scuri; con sandali ai piedi; con in spalla uno zaino di colore grigio chiaro con profili rosso/arancio e con un particolarissimo taglio di capelli che, la notte dei fatti, già all’interno di una attività commerciale di ristorazione sita nei pressi di Via Trinchese, aveva “adocchiato” Leonardo Vitale con il carrellino con cui trasportava lo zaino rosso e nel quale lo aveva visto deporre un sacchetto con le monete e il denaro guadagnato nella serata serata.

L’itinerario

Una volta uscito dal locale, la visione delle immagini acquisite ha consentito di ricostruire l’itinerario svolto dal madonnaro fino al momento dell’aggressione sempre seguito a breve distanza dall’indagato. La ricostruzione del tragitto si è fermato in via Quarta angolo in via Don Bosco, quando Mamadou, ha aggredito la vittima con l’intento di portargli via il carrellino.

Il percorso di fuga

Successivamente all’aggressione, sono stati acquisite altre immagini che hanno chiarito anche la via di fuga dell’aggressore, sempre con al seguito il trolley. Lo stesso è stato immortalato mentre correva lungo via Don Bosco per poi imboccare via Montegrappa dove si è fermato sul ciglio della strada per rovistare all’interno dello zaino e poi accedere in una vicina area condominiale da dove è uscito subito dopo portando con sé una bicicletta rubata all’interno.

Il ritrovamento dello zaino

Ritenendo che avesse abbandonato lo zaino rubato a Vitale, gli investigatori dopo una accurata verifica, hanno rinvenuto e sequestrato, al di là del muro di cinta dell’area condominiale, in corrispondenza della zona cantiere della stazione, la borsa al cui interno vi era tutta l’attrezzatura da artista di strada, anche se sono risultati mancare il sacchetto con le monete e il telefono cellulare.

Le fasi del rintraccio

Avendo ormai dato un volto certo all’indiziato, l’attività si è concentrata in una costante e attenta operazione sul territorio finalizzata al rintraccio dello stesso. L’attività ha dato i suoi frutti nella tarda mattinata di ieri, mercoledì 14 ottobre, quando, in Viale Gallipoli, nei pressi della Camera di Commercio, un equipaggio della Squadra Mobile ha individuato il senegalese, riconoscendolo con assoluta certezza non solo per le fattezze fisiche e per taglio di capelli, ma anche perché indossava ancora lo stesso abbigliamento della sera dell’aggressione.

L’uomo, privo di qualsivoglia documento di identità risultato non in regola sul territorio italiano, una volta condotto negli uffici della Questura, di fronte all’evidenza dei fatti che gli sono stati contestati, d’intesa con il Pubblico Ministero è stato dichiarato in stato di fermo.

La confessione

Lo stesso una volta preso atto delle accuse mossegli e degli elementi a suo carico, ha reso una confessione nel corso della quale ha confermato sostanzialmente in toto la ricostruzione degli investigatori.

A conclusione dell’attività, cosi come disposto dall’Autorità Giudiziaria, il 23enne è stato tradotto presso la Casa Circondariale di “Borgo San Nicola” a Lecce.



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