Fidanzati uccisi a Lecce, trovati 25 fogli con i pensieri di Antonio De Marco. Ecco cosa ha scritto

“Certe volte mi sembra di essere un vero e proprio mostro e la cosa peggiore è che sento che a una parte di me piace questa idea”. È uno dei pensieri di Antonio De Marco scritto nero su bianco nei fogli ritrovati nella sua cella

Dal 29 settembre, giorno in cui è stato arrestato per l’omicidio di Daniele De Santis e Eleonora Manta, Antonio De Marco, lo studente di scienze infermieristiche che ha confessato di aver ucciso l’arbitro e la sua fidanzata, si trova in carcere, sorvegliato a vista dagli agenti della Polizia Penitenziaria. Il 28 ottobre, all’interno del cestino dei rifiuti presente nella sua stanza sono stati ritrovati dei pezzi di carta strappati. Un fatto che ha insospettito il personale che, dopo aver ricostruito il documento, ha scoperto che conteneva dei riferimenti al delitto interessanti per le indagini. Scattato un nuovo controllo, sono spuntati fuori altri fogli con disegni, cancellature, parole ripetute. 25 in tutto contenenti i pensieri di De Marco, alcuni incomprensibili, altri tristemente noti come l’intenzione di uccidere ancora se solo servisse a farlo sentire meno solo.

Foglio 1
Nel primo foglio De Marco cita un personaggio di Cime tempestose al quale sembra paragonarsi. Sul retro, nonostante le cancellature, parla del suo stato d’animo “Oggi mi sento bene”

Foglio 2
Il foglio numero due è dedicato alle compagne di corso, le uniche a cui era legato. A finire questa storia, ci tengo a dirti che con te e B. sono sempre stato sincero, ho bisogno che tu lo sappia. Non sono solo un assassino, l’Antonio che rideva, scherzava, si deprimeva con voi era ed è reale, non era una maschera e sono contento di essere stato così con voi. E comunque, nel caso te lo fossi chiesto, non avrei mai fatto del male a te e B. anche perché siete le poche persone a cui voglio bene e da cui ho ricevuto affetto”

Foglio 3
“…fatemi capire una cosa, siete entrate qui, come delle pazze per dire a uno che discute continuamente con gli psichiatri del perché non abbia provato nulla dopo aver ucciso due persone e perché ancora non ho un vero senso di colpa per quello che ho fatto che lo denunciate per essere un segaiolo? E poi, piccolo spoiler, sul mio fascicolo c’è scritto fine pena mai, quindi ecco brave, tornate a casa cocche di mamma”

Foglio 4
Cade la pioggia e lo studente sembra aver preso consapevolezza del suo presente e del suo futuro. “spero che continui a piovere per tanto tempo, sia ora che per tutti i mesi invernali. Sembro una specie di monaco in ritiro spirituale quando di cosi, però purtroppo adesso la mia vita sarà così e devo cercare di “assaporare” questi momenti. Dai niente male, spero che continui per un bel po’”.

Foglio 5
“Ho sempre disprezzato gli altri, vedevo le persone come un mezzo per un fine e nulla di più. Ma da quando sono qui sento uno strano ticchettio dentro di me, il mio cuore ha ripreso a battere”

Foglio 6 – retro “che razza di mostro sono”

Le riflessioni appuntate sul retro del foglio 6 sembrano lucide. “Ogni volta che faccio i colloqui con gli psicologi c’è sempre qualche frase che mi martella in testa. In questo caso è: “ci sono persone che si chiudono in clausura per trovare se stesse perché fuori stanno male” (…) Ma vivere in clausura è una scelta che parte dalla fede e sono emozioni positive, vivere qui dentro come può essere una scelta. Si entra qui solo se si fa qualcosa di brutto e chi lo sceglierebbe mai”. In un altro passaggio, separato dalle altre riflessioni, De Marco sembra pensare alle coltellate che ha inflitto a Eleonora e Daniele mentre lo imploravano di smettere. “E come sempre non riesco ad arrivare a 60! Ancora mi chiedo come diavolo ho fatto, che razza di mostro sono

Foglio 7 e 8
In questi due fogli non nasconde il risentimento, quella sorta di “invidia” provata nei confronti dei coetanei o compagni di scuola che avevano delle relazioni: “le mie uscite erano sempre le stesse e se all’inizio mi piacevano poi con il passare del tempo e con le cose che sono successe ho iniziato a non sentire più nulla e ero sempre più triste, sempre più solo e poi scoppiavo a piangere e dopo le lacrime c’era la rabbia dentro di me che voleva uscire per distruggere tutto”.

Foglio 13
“Quanto odio la mia vita, la odio. Ho ucciso Daniele e Eleonora perché volevo vendicarmi, perché la mia vita doveva essere così triste e quella degli altri così allegra? Perché non mi sono mai sentito padrone di fare qualcosa di divertente?” e sul retro “questo omicidio è la cosa che più mi spezza: una parte di me prova dispiacere (ma solo quello), un’altra è contenta. Sì è felice di aver dato 60 coltellate poi che un’altra parte che avrebbe voluto fare una strage come se fosse stata una partita a GTA”. E ancora: “Perché non ho mai avuto nessuna? Perché nessuna si è mai innamorata di me? Perché nessuna mi ha detto ti amo? Perché non ho mai avuto una ragazza che mi pensi? Che mi dia la buonanotte? Vorrei che qualcuna me lo dicesse, vi prego. Ditemelo. Perché? Era una richiesta così fuori dalla mia portata? Stavo chiedendo di andare sulla luna forse? Perché non posso essere amato? Perché?”

Foglio 14
“E la cosa peggiore è che se fossi all’esterno il mio impulso di uccidere sarebbe ritornato, sarei scoppiato a piangere, mi sarei arrabbiato, avrei fantasticato su come uccidere qualcuno e poi sarei andato a comprare patatine e schifezze varie. Per me uccidere è facile, magari non lo è stato da un punto di vista logistico, ma da un punto di vista emotivo è facile. Ma se uccidere non mi ha fatto ottenere nulla allora probabilmente sentirei l’impulso di farlo ancora?”

“È brutta la solitudine, è come sentire sempre freddo, ma per quanto possa alzare il riscaldamento non riesce mai a scaldarsi a sufficienza. Si sente la solitudine, oh se si sente. È come percepire una scossa elettrica poco sotto il tessuto epiteliale e mentre la scossa si propaga la sensazione di vuoto aumenta. È come lanciare una palla da tennis in un corridoio e sentire il rimbombo da tutte le parti”.

Foglio 15- retro
Dopo essersi lamentato delle ‘restrizioni’, De Marco parla della “caccia al tesoro”, una delle tante domande rimaste senza risposta. «Sapete quale è il significato della caccia al tesoro che ho scritto sul bigliettino? Una ragione per vivere ah ah ah ah ah ah».

Foglio 19 – il pentimento
“L’altro giorno, nel pomeriggio tardi, è successa una cosa strana. Mentre leggevo Cime Tempestose ho riflettuto su quanto erano devastate le vite dei personaggi e ho pensato alle vite che ho devastato. E poi ho ricordato quella sera, la sera dell’omicidio, ma non come faccio sempre, è stato molto più forte come se ne stessi guardando il filmato sul telefono con le stesse scene che si ripetono all’infinito. E per la prima volta ho provato un vero dispiacere per quello che ho fatto, forse ero addirittura vicino a piangere. Però se ci penso adesso non sento le stesse cose che ho sentito l’altro giorno. Non sento niente e basta, ma forse pian piano mi sto avvicinando ad un pentimento. C’è una parte di me che vorrebbe pentirsi e c’è una parte che vorrebbe stare bene con se stessa. Per l’ennesima volta sono tornato al punto di partenza, sono diviso in tante parti e non ho la più pallida idea di come collegarle a vicenda. È come cercare di creare un puzzle con delle tessere tutte uguali e che quindi non si incastreranno mai.

Foglio 19 retro
“Certe volte mi sembra di essere un vero e proprio mostro e la cosa peggiore è che sento che a una parte di me piace questa idea”

“Pensavo che leggere qualcosa su di me, vedere la mia foto sui giornali accanto alla parola assassino mi avrebbe fatto perdere un colpo, mi avrebbe spaventato o comunque mi avrebbe scatenato un’emozione, ma invece non è successo. Niente di particolare. Ultimamente è quello che provo, niente di particolare come se ogni mia emozione fosse rinchiusa, come se davanti a ogni emozione ci fosse un muro troppo grande da scavalcare”.

Foglio 20-retro
“Mi da fastidio questo continuo indagare su di me, soprattutto da parte dei giornalisti, cosa sperano di ottenere giocando a fare i detective? La vera caccia al tesoro la stanno facendo loro, ma che cosa sperano di ottenere? Di scoprire chi è il mostro dietro all’uomo? Tutti si danno da fare, tutti che vogliono la verità, la verità è che voi non siete pronti per la verità. La verità è che io sono disposto a fare qualunque cosa per cancellare il mio dolore, qualunque. Uccidere due persone? Io sarei disposto a bruciare il mondo intero se servisse a mandare via il mio dolore, per quanto mi riguarda questo mondo può anche polverizzarsi, trasformarsi in cenere. Ho fatto quello che ho fatto perché mi sentivo solo e adesso sono solo e mi sento solo.



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