Furbetti del cartellino con la divisa: indagati Capitano e Assistente della Municipale di Nardò

Notificato un avviso di conclusione della indagini preliminari ad un Capitano e un Assistente della Polizia Municipale di Nardò emesso dalla Procura di Lecce. Indagati per truffa ai danni dello stato e falsità ideologica.

I Militari della Stazione Carabinieri di Nardò – a conclusione di una prolungata dettagliata attività investigativa – oggi hanno notificato un avviso di conclusione indagini preliminari, emesso dalla Procura della Repubblica di Lecce, nei confronti rispettivamente di un Capitano e Assistente della Polizia Municipale del Comune neretino: si tratta di D.A.C.N. 64enne e C.M.A. 50enne. Tutto ha avuto origine – riferiscono gli operatori attraverso una precisa nota stampa pervenutaci in redazione – da un esposto anonimo recapitato al Comando dell’Arma di Nardò, a seguito del quale i militari hanno posto in essere dei veri e propri servizi di osservazione, controllo e pedinamento, anche mediante l’ausilio di pubblici sistemi di videosorveglianza.

Finché dalle immagini immortalate e registrate dalle telecamere non si sarebbe accertata (sempre secondo quanto sostengono gli inquirenti) la fittizia presenza in servizio ddella C.M.A. con il concorso morale e materiale di D.A.C.N. Quest'ultimo in svariate e ripetute occasioni, mediante l’indebito utilizzo del badge elettronico della donna – nelle occasioni in cui lo stesso montava e smontava dal servizio -, ne avrebbe anche attestato la presenza, poi dichiarata falsamente anche dalla documentazione cartacea acquisita, sebbene la stessa fosse illegittimamente assente. Ciò determinava, così facendo, l’indebita corresponsione delle spettanze salariali previste.

Tali condotte hanno dunque consentito il deferimento dei Pubblici Ufficiali con l’accusa – da cui ora dovranno difendersi – per i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e falsità ideologica commessa dal PU in atti pubblici. La stessa donna, altresì, in numerose occasioni, pare (stando a quanto ipotizzato dalla pubblica accusa) che utilizzasse impropriamente l’autovettura di servizio per meri scopi privati, incorrendo dunque nella fattispecie delittuosa del peculato. Adesso, com'è giusto che sia, gli indagati si tuteleranno sicuramente nelle sedi competenti, assistiti dai loro legali di fiducia. La vicenda, del resto, è ancora all'inizio. Ora non resta che aspettare la versione di entrambi e, dunque, la rispettiva linea difensiva. 

È una notizia che naturalmente non ci fa piacere commenta il sindaco di Nardò Pippi Mellone ma in questo momento non possiamo che riporre la massima fiducia nel lavoro degli inquirenti e, convinti garantisti come siamo, attendere pronunce definitive sulle responsabilità dei dipendenti coinvolti. Sul piano disciplinare posso assicurare che saranno adottati i provvedimenti previsti dalla recentissima normativa, di concerto col segretario generale e con il responsabile del personale".

"Al di là del caso specifico – prosegue – noi contiamo molto sulla buona fede, sull'impegno e sulla probità dei nostri dipendenti comunali e siamo certi che la stragrande maggioranza di loro faccia bene il proprio dovere. Da sindaco sento la responsabilità di vigilare su fenomeni di lassismo o di scarsa produttività, anzi ritengo sia una priorità contrastarli se si verificano, per il bene della macchina amministrativa e dei cittadini. È chiaro che i comportamenti oggetto di questa indagine vanno oltre e non possiamo che affidarci agli organi competenti".

"L'occasione è utile – conclude – in ogni caso, per ricordare la bontà di soluzioni come il badge "ad impronte digitali", in via di adozione ad esempio per i dipendenti dell'ospedale di Salerno. Se ci saranno le condizioni, ci adopereremo per adottarlo anche per il Comune di Nardò”.



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