Muove i primi passi l’inchiesta sulla morte di una donna dentro casa, nonostante la richiesta di aiuto. In base ai primi accertamenti, il sistema gps avrebbe messo fuori strada sia la guardia medica che l’ambulanza, erroneamente condotti in un altro paese.
Il pubblico ministero di turno Francesca Miglietta, come atto dovuto in vista dell’autopsia, ha iscritto nel registro degli indagati il dottore che avrebbe cercato disperatamente di rintracciare la donna ed il personale del 118 a bordo del mezzo giunto in un secondo momento.
Il conferimento dell’incarico in vista dell’esame autoptico si svolgerà domani mattina e sarà affidato al medico legale Roberto Vaglio che potrebbe effettuarlo nella stessa giornata di lunedì.
I fatti si sono verificati durante la notte fra mercoledì e giovedì scorso. La vittima è A. D. G., 54 anni, un’infermiera residente a Vernole. La donna, che viveva sola, dopo avere avvertito un malore, ha contattato la locale guardia medica.
Il medico si sarebbe recato in via Carducci, ma nel paese sbagliato. Il navigatore satellitare lo avrebbe indirizzato ad Acaya e non a Vernole. Trovandosi di fronte ad un casa disabitata e con il cancello chiuso, il medico dopo aver cercato di contattare la donna, ha allertato il 118. Anche i sanitari, sarebbero stati “ingannati” dal sistema gps e non sarebbero riusciti a risalire all’esatta localizzazione dell’abitazione. A quel punto si è reso necessario l’intervento dei carabinieri della stazione di Vernole che sono riusciti a localizzare la casa della donna.
Purtroppo quando sono giunti i soccorsi era troppo tardi e l’infermiera era già morta, presumibilmente a causa di un arresto cardiaco.