Inchiesta aste giudiziarie: Rosanna Tornese ottiene gli arresti domiciliari

Il Riesame ha accolto l’istanza della difesa. Il 3 luglio scorso, la 45enne di Lecce venne arrestata e condotta in carcere con l’accusa di peculato.

Ottiene i domiciliari Rosanna Tornese, arrestata a Roma nelle scorse settimane con l’accusa di peculato.

Il Tribunale del Riesame (Presidente Pasquale Sansonetti, a latere Annalisa De Benedictis e Siliva Saracino) ha accolto l’istanza della difesa, costituita dagli avvocati Mario Fazzini e Paolo Pepe.

I legali chiedevano l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere o quanto meno un’attenuazione della misura, ritenendola sproporzionata rispetto alle accuse contestate alla Tornese. Ricordiamo che il 3 luglio scorso, il gip ha emesso la suddetta ordinanza, a seguito della richiesta del pm Maria Vallefuoco, disponendo anche il sequestro preventivo per equivalente di beni. Infatti, la Tornese si trovava in quei giorni nella Capitale, per motivi di lavoro.

Le indagini

Secondo l’accusa, la 45enne di Lecce, in qualità di rappresentante legale di una società operante nel settore delle vendite e delle aste giudiziarie, si sarebbe impossessata delle somme versate a titolo di cauzione dai partecipanti ad un’asta (14 casi) e del ricavo derivante dalla vendita dei beni pignorati (19 casi), “intascando” il relativo corrispettivo. Per questo, al termine di complesse indagini eseguite dalla Guardia di Finanza, è scattato l’arresto a Roma, dove la Tornese si trovava in quei giorni, per motivi di lavoro.

Tutto è nato dalle denunce di alcune persone che, dopo aver preso parte ad aste gestite dalla società finita sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, non avevano ottenuto in restituzione le cauzioni versate. A conti fatti, la Tornese si sarebbe appropriata indebitamente di una somma di denaro, quantificata complessivamente in 81.202,32 euro.



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