Inchiesta  “Fenice neretina”. Al via gli interrogatori in carcere

Davanti al gip, sono comparsi alcuni dei dieci arrestati raggiunti da misura cautelare in carcere e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Sono iniziati, in mattinata, gli interrogatori di garanzia degli arrestati nel blitz di martedì mattina, con ben 19 arresti (10 i carcere e 9 ai domiciliari) nell’ambito dell’inchiesta  “Fenice Neretina” con 51 indagati. Davanti al gip Tea Verderosa, sono comparsi alcuni dei dieci arrestati raggiunti da misura cautelare in carcere e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Va detto che sono stati raggiunti da tale misura: Antonio Duma, 64 anni, di Nardò; Felice Inno, inteso “Happy”, Lu Picciccu, 30enne, sempre di Nardò; Luca Elio My, 41enne, di Nardò; Alberto Simone, 27 anni, di Nardò (considerati ai vertici della presunta associazione). E ancora, Marco Alemanno, 30enne, di Nardò: Antonio Franco Secondo Calignano, 43 anni, di Nardò; Antimo Marzano, 41 anni, di Galatone; Andrea Mele, 36 anni, di Sannicola; Massimo Cosimo Schirinzi, 50enne, di Nardò; Gabriel Ionut Tanasa, detto Gaby 31enne, di origini romene, ma residente a Sannicola.

Gli interrogatori continueranno domani con gli altri in carcere e con quelli raggiunti da misura cautelare ai domiciliari.

Gli indagati rispondono, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rapina con armi, tentata estorsione, incendio, lesioni personali, con l’aggravante del metodo mafioso.

Il collegio difensivo

Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Stefano Prontera, Ladislao Massari, Roberto De Mitri Aymone, Antonio Falangone, Raffaele Benfatto, Angelo Ninni, Massimo Muci, Andrea Bianco.

Le indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia, sono state condotte dai carabinieri del Comando Provinciale di Lecce Tutto ha preso il via nel giugno del 2020, con l’arresto per spaccio a Galatone di un giovane. I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di individuare l’esistenza di due filoni paralleli, in costante contatto, che si spartivano le due principali aree di spaccio della parte ionica del Salento, suddivise tra i centri di Nardò – comprensiva delle due marine Santa Caterina e Santa Maria al Bagno- e Gallipoli , ma anche Galatone e Sannicola. Ed è emerso un  traffico di cocaina, eroina, marijuana e hashish, che venivano smerciate anche nelle località marine.

L’organizzazione operante a Nardò, ricorreva all’utilizzo di armi, per il recupero dei crediti relativo alla cessione di stupefacenti, quanto al controllo del territorio.

Un caso eclatante è avvenuto dopo un prelievo di denaro presso un bancomat, una vittima è stata avvicinata e costretta a cedere il controllo della propria autovettura. Durante il tragitto, è stata colpita con schiaffi e minacciata con una pistola e condotta in un luogo isolato, dove i malviventi la derubavano di 350 euro e delle chiavi del mezzo. Uno degli aggressori ha esploso successivamente due colpi d’arma da fuoco in direzione dell’automobile, uno dei quali ha colpito lo sportello dal lato del conducente.

In un’altra circostanza invece, nei pressi di un bar di Nardò, un uomo è stato aggredito da, con calci e pugni al volto, tanto da rimediare lo sfregio permanente del viso.



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