Inchiesta “Hydruntiade”, il Riesame dichiara inammissibile l’appello della Procura per Pierpaolo Cariddi

Gli avvocati Gianluca D’Oria e Alessandro Dello Russo, hanno insistito perché l’appello fosse dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse. Ed il Riesame ha accolto l’istanza.

Nuovi sviluppi sulle vicende giudiziarie che coinvolgono Pierpaolo Cariddi, ex sindaco di Otranto. Dinanzi ai giudici del Riesame, il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e il sostituto procuratore Giorgia Villa hanno chiesto di dichiarare la nullità della prima ordinanza del gip di revoca dei domiciliari, perché mancava il parere dei pm.

La difesa, rappresentata dagli avvocati Gianluca D’Oria e Alessandro Dello Russo, ha insistito, invece, perché l’appello fosse dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse. Ed il Riesame ha accolto l’istanza.

Intanto, l’8 gennaio scorso, il gip Cinzia Vergine ha emesso un nuovo provvedimento di arresto per Pierpaolo Cariddi, ritenendo che la prima ordinanza fosse viziata da un “errore materiale”. Il giudice ha sostituito l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria con i domiciliari e ha disposto che la misura sia eseguita in un comune diverso da quello di Otranto. Pierpaolo Cariddi potrà a sua volta presentare appello al Riesame, contro la nuova ordinanza. Intanto, anche il fratello Luciano Cariddi, ex sindaco fino al 2017, si trova ai domiciliari. I due rispondono di associazione a delinquere, corruzione, tentata concussione, falso ideologico.

Nelle settimane scorse, invece, la Procura aveva notificato l’avviso di conclusione “Hydruntiade“ in cui risultano indagate altre 58 persone, tra cui ex dirigenti comunali ed imprenditori.

Intanto, in queste ore, il gup Sergio Tosi, dinanzi al quale si sta svolgendo l’udienza preliminare “Re Artù”, ha rigettato l’Appello del pm Alessandro Prontera che chiedeva il ripristino del divieto di dimora ad Otranto per Pierpaolo Cariddi, in precedenza sostituito con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Il pm nell’istanza richiamava un’annotazione del Commissariato di Otranto (contenuta nella nuova ordinanza di arresto nell’inchiesta Hydruntiade), in cui si sosteneva che Pierpaolo Cariddi si sarebbe recato il 2 e 3 gennaio presso gli uffici comunali di Otranto. E per il pm ci sarebbe il rischio di inquinamento probatorio per la vicenda relativa al Lido Atlantis, in cui risponde di falso in atto pubblico, poiché la possibilità di accedere in comune «pone Pierpaolo Cariddi in una condizione privilegiata onde interferire sul proseguo giudiziario ovvero anche mistificare il tessuto documentale faticosamente ricostruito».

Invece, il gup ha rigettato l’istanza sostenendo che per Pierpaolo Cariddi non c’era alcun divieto di andare ad Otranto e che la richiesta del pm «si basa su elementi del tutto ipotetici che non mettono a rischio il compendio probatorio».