Muore in ospedale dopo un’operazione chirurgica ed una lunga degenza. Nove indagati

L’indagine ha preso il via dalla denuncia dei familiari della vittima. L’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto in vista dell’autopsia

La Procura ha aperto un’inchiesta sulla morte di un 72enne di Nardò, deceduto dopo un’operazione chirurgica ed una lunga degenza in ospedale. L’indagine, coordinata dal pm Alberto Santacatterina, ha preso il via dalla denuncia dei familiari. Come atto dovuto in vista dell’autopsia, intanto, sono stati iscritti nel registro degli indagati i nominativi di 9 persone (tra medici ed infermieri) che hanno avuto in cura il paziente, presso l’ospedale “Sacro Cuore di Gesù” di Gallipoli. Rispondono dell’ipotesi di reato di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.

L’autopsia è stata affidata al medico legale Alberto Tortorella ed al dottore Antonio Palagiano. Gli indagati hanno nominato dei consulenti di parte, attraverso i propri difensori. Stesso discorso per i familiari della vittima, difesi dall’avvocato Alberto Gatto.

La vicenda viene ricostruita nella denuncia presentata presso la stazione dei carabinieri di Gallipoli. In base a quanto raccontato dai familiari del 72enne, l’uomo veniva ricoverato a fine giugno presso il reparto di chirurgia dell’ospedale di Copertino a causa di una fibrillazione atriale. Durante la degenza veniva riscontrata la presenza di un tumore all’intestino e un mese dopo veniva disposto il trasferimento presso l’ospedale di Gallipoli. Il 72enne veniva sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Nei giorni successivi, le condizioni di salute dell’uomo iniziavano a peggiorare, ma i medici rassicuravano i familiari sul quadro clinico del paziente. Successivamente, questi accusava una crisi respiratoria e come riferito dalla moglie nella denuncia proferiva la frase “qui mi stanno uccidendo“. E intorno alle 17:30 del 23 agosto avveniva il decesso per un arresto cardiaco.

Come detto, nelle ore successive, i familiari dell’uomo presentavano denuncia con cui chiedevano alla magistratura di fare chiarezza sulla sua morte e di verificare eventuali responsabilità del personale medico e paramedico.



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