Revocati gli arresti domiciliari per due ex dirigenti comunali, dopo la chiusura dell’inchiesta “Hydruntiade” che ha provocato un terremoto giudiziario ad Otranto. Il provvedimento porta la firma del gip Cinzia Vergine. Il giudice, considerando attenuate le esigenze cautelari, ha concesso l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Giuseppe Tondo, 59, di Otranto, difeso dall’avvocato Corrado Sammarruco. Divieto di dimora a Otranto, invece, per Emanuele Maggiulli, 56, di Muro Leccese, difeso dagli avvocati Luigi Covella ed Antonio Quinto.
L’avviso di conclusione delle indagini porta la firma del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e del sostituto procuratore Giorgia Villa e compaiono nuovi nomi.
Risultano indagate ben 60 persone, tra cui Pierpaolo Cariddi, ex sindaco di Otranto e il fratello Luciano Cariddi, primo cittadino della Città dei Martiri fino al 2017. I due fratelli, nelle scorse ore, hanno ottenuto la sostituzione della misura del carcere con i domiciliari. Sono assistiti rispettivamente dagli avvocati Gianluca D’Oria ed Alessandro Dello Russo e da Viola Messa e Michele Laforgia.
Nel corso delle indagini sarebbe emerso un “sistema Cariddi” per il rilascio di autorizzazioni e per affidamenti di lavori anche attraverso concessioni comunali artefatte, in cambio del sostegno elettorale da parte di imprenditori amici.