Resta in libertà, dopo il pronunciamento della Cassazione, l’imprenditore barese Maurizio Laforgia. Gli “Ermellini” hanno rigettato l’impugnazione dei pm contro l’annullamento dei domiciliari da parte del Riesame, nei riguardi dell’indagato, nell’ambito dell’inchiesta su di un presunto giro di corruzione sull’asse Lecce-Bari, che ha coinvolto anche il politico leccese Alessandro Delli Noci, indagato a piede libero, ma per il quale la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari.
Maurizio Laforgia è difeso dagli avvocati Michele Laforgia e Viola Messa. Va detto che nel luglio scorso il tribunale del Riesame ha annullato la misura dei domiciliari con braccialetto elettronico, emessa dal gip, ridimensionando l’impianto accusatorio che vedeva Maurizio Laforgia, definito dalla Procura, “faccendiere-lobbista”, come l’organizzatore di una presunta associazione a delinquere.
Gli “Ermellini” hanno invece rigettato i ricorsi riguardanti le esigenze cautelari per gli imprenditori Alfredo Barone e Marino Congedo, assistiti dagli avvocati Ladislao Massari e Francesco Galluccio Mezio. I due indagati restano ai domiciliari, come stabilito dal tribunale del Riesame, sempre nel luglio scorso.
Secondo l’accusa, rappresentata dai pm Alessandro Prontera e Massimiliano Carducci, tra gli obiettivi dell’associazione, vi erano il consolidamento e l’incremento del potere economico imprenditoriale nell’ambito dell’edilizia residenziale ed il condizionamento dell’azione amministrativa dei comuni di Lecce, Surbo e Gallipoli e della Regione Puglia. Tra i progetti finiti sotto la lente della Procura compaiono quelli co-finanziati dalla Regione Puglia, nell’ambito del “Pia Turismo”, come “Stimmatine” e “Santa Lucia”.
Invece, nei confronti di Delli Noci, il gip Angelo Zizzari non ha riconosciuto la sussistenza delle esigenze cautelari e non ha disposto alcuna misura. Va detto, che dopo la richiesta di arresto, Delli Noci aveva presentato le dimissioni da assessore regionale allo Sviluppo Economico e da consigliere regionale.
