“Un accordo per evitare verifiche sui defibrillatori”: le intercettazioni sulla nuova inchiesta Asl

Tutto emerge da un’informativa della Gdf contenuta nell’inchiesta che ha coinvolto, tra gli altri, il dirigente Asl Carlo Siciliano e il pm Emilio Arnesano.

“Un accordo tra i responsabili delle centrali operative del 118 di tre province pugliesi, finalizzato a rifiutare (contra legem) le verifiche di idoneità pratica all’utilizzo dei defibrillatori dei dipendenti di aziende che per legge si siano dovuti dotare di tali apparecchiature e che hanno eseguito il relativo corso di formazione presso Enti privati.”

È ciò che emerge da un’informativa della Gdf ( per la quale il gip ha concesso una proroga alle operazioni di intercettazione), contenute nell’inchiesta che ha coinvolto, tra gli altri, il dirigente Asl Carlo Siciliano.

In particolare, si legge, la Regione Puglia applicando il regolamento ministeriale, disciplina l’uso dei defibrillatori semi-automatici esterni, in sede extra ospedaliera da parte di personale non sanitario, attraverso corsi di formazione a cura delle Centrali Operative del 118 o presso altre strutture autorizzate.

In questo secondo caso, però il personale deve effettuare una verifica pratica con esito positivo, effettuata dal Direttore della Centrale Operativa o da personale sanitario delegato.

In base alle intercettazioni emergerebbe che i responsabili delle centrali operative non avrebbero condiviso la verifica gratuita dell’idoneità del personale formato presso strutture private. Avrebbero così comunicato alla Regione l’impossibilità di effettuare tali esami per mancanza di personale sanitario.

Sarebbe stato sottoscritto, dopo un “tavolo tecnico”, un accordo fra tutti, escluso un Dirigente. In una conversazione tra due interlocutori sarebbe stata intercettata tale affermazione: “ma non ha significato che uno non aderisce e tutti gli altri si devono accodare, non mi sembra che sia un qualcosa di condivisibile“.

Secondo il gip, tale affermazione “appare chiaramente significativa non dell’impossibilità a garantire un servizio per carenza di personale, ma di renderlo fruibile unicamente a titolo oneroso utilizzando delle risorse in orari extra lavorativi“.

Inoltre, dalle intercettazioni sarebbe emerso il riferimento ad alcune pratiche legali per ottenere indennità di accompagnamento da parte delle relative commissioni mediche. In tale cirscostanza un Dirigente avrebbe fornito all’interlocutore, una lista di persone che avrebbero presentato ricorso, chiedendogli d’interessarsi grazie alle proprie conoscenze in Ospedale “per seguire le visite mediche volte volte a fornire una diagnosi idonea alla concessione dell’assegno di accomapgnamento“.

In un’altra richiesta di proroga delle attività d’intercettazione, il gip si sofferma sullla posizione di Carlo Siciliano (finito in carcere nell’inchiesta su “favori e giustizia “). Il Dirigente viene definito “aduso ad una gestione affaristica dei servizi pubblici che ricadono nella sua sfera di controllo“.

Viene citata la vicenda relativa ad una gara di appalto indetta dall’Asl avente ad oggetto la vigilanza per le sedi delle guardie mediche. Dalle intercettazioni sarebbe emerso un accordo illecito tra Siciliano ed il rappresentante legale di una società di vigilanza, interessata alla gara.

Si sarebbe instaurato uno “scambio di favori”, poiché Sciliamo chiedeva all’interlocutore d’interessarsi per trovare lavoro ad una persona. Infine, sarebbe emerso il comportamento infedele di una dipendente che si sarebbe fatta timbrare il cartellino da un collega .



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