Orione, scena muta di Davide Petrachi. L’ex portiere giallorosso si avvale della facoltà di non rispondere

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Davide Petrachi, ex portiere del Lecce che smessi i panni da calciatore vestiva quelli di spacciatore, come dimostrerebbero le carte dell’operazione “Orione”.

Da portiere del Lecce a spacciatore il passo sarebbe stato breve per Davide Petrachi, l’ex calciatore giallorosso finito nelle pagine dell’inchiesta dell’operazione «Orione» che ha permesso di smantellare tre clan che, spartendosi il territorio, erano riusciti a creare un giro d’affari da milioni di euro, l’anno.

Il portiere di Melendugno che risponde di detenzione e spaccio, ma anche di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti non ha risposto alle domande del giudice, durante l’interrogatorio di garanzia.

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Petrachi, assistito dall’avvocato Annalisa Prete che, nei prossimi giorni, potrebbe avanzare al Gip, Vincenzo Brancato un’istanza di annullamento della misura cautelare e chiedere, quindi, la scarcerazione del suo assistito. Il nome del portiere giallorosso fa parte dell’elenco delle persone finite ai domiciliari.

Gli affari con la droga

«10 calcio 18», si legge in un pizzino ritrovato dagli uomini in divisa in località “Polisano”, nelle campagne di Giuggianello, «dove 10 – scrive il Gip nell’ordinanza di custodia cautelare – rappresenta la quantità di sostanza stupefacente consegnata, “calcio” il nomignolo di Petrachi e “18” la data di consegna probabilmente della cocaina».

In questi bigliettini con cui il clan teneva la contabilità sarebbero contenute le accuse all’ex maglia giallorossa che – come ricostruito – non solo era un consumatore di droga, ma faceva parte del gruppo criminale con il ruolo di spacciatore. Lo dimostrerebbero, anche, alcune intercettazioni.

Il 25 giugno 2015, ad esempio, Petrachi si è scusato con Paolo Merico per non essersi presentato ad un appuntamento sostenendo di essere partito, ma che sarebbe ritornato dopo pochi giorni «Mi sono dimenticato, non ci sono problemi no? Un altro portiere per giocare lo trovate dai, perdonami!». Nonostante il linguaggio “criptico”, secondo gli investigatori alludeva all’approvvigionamento dello stupefacente e al pagamento delle somme dovute.

Altra conferma: il numero di cellulare del portiere è stato trovato nella rubrica del telefono sequestrato a Merico, sotto la voce “Calcio”.

Non è l’unica intercettazione che confermerebbe l’impianto accusatorio. Alle 17.00 del 24 dicembre 2015, Petrachi ha incontrato Cosimo Miggiano come dimostra una conversazione. «Stai venendo» scrive Miggiano ricevendo come risposta da Petrachi «a quai stau».



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