Si promette un lavoro, ben pagato, ma già dopo il primo colloquio il profilo cercato si rivela essere ben diverso da quello scritto nero su bianco nell’annuncio trovato online. Un fraintendimento? Un qui pro quo o qualcosa di peggio per approffittare della buona fede di una persona che cerca di cambiare la sua vita, anche aggrappandosi a delle parole trovate girovagando su internet, nonostante sembrino troppo belle per essere vere?
6 anni fa abbiamo raccontato la storia di un raggiro: una nostra lettrice, disoccupata, era incappata in un tranello e, a distanza di tanto tempo, lo “schema” sembra essersi ripetuto. Come se stesse leggendo lo stesso copione, una ragazza ci ha raccontato la sua “disavventura” cominciata quando ha risposto ad un “semplice” annuncio online, ritenendo la proposta di lavoro particolarmente interessante.
L’annuncio di lavoro e il primo colloquio
Tutto parte da un annuncio di lavoro trovato online, sembra allettante. Un buono stipendio per un’ottima mansione: 1200 euro. Niente male come primo salario, per un lavoro da ufficio. Mandato il curriculum, arriva la prima chiamata da parte dall’azienda ed il primo colloquio conoscitivo è fissato. Fino ad ora nulla di strano, anzi. Come nel racconto di sei anni fa, l’emozione è tanta, l’agitazione pure perché il sogno di trovare un lavoro non sembra più un miraggio.
Ma al primo appuntamento qualcosa non torna. La ragazza è convocata per il colloquio in un appartamento, in una zona centrale di Lecce. Ok, può capitare… ma sul citofono non c’è nemmeno il nome di un’azienda: c’è scritto solo “uffici”. Nella casa (perché di questo si tratta), c’è una stanza “sistemata” a ufficio: nessun logo, nessun nome della azienda. Niente, nemmeno i biglietti da visita.
Formazione, ma pagata
Dopo un primo colloquio, andato a buon fine, arriva la proposta di 3 giorni di formazione: l’azienda, a suo dire leader nel settore, è in espansione e vende alcuni prodotti che richiedono competenze tecniche. Persino troppo tecniche per un annuncio così generico (…ma non era un lavoro da ufficio?). Nonostante i dubbi, la ragazza non molla. Acconsente ad essere “formata” in 3 giorni, al termine dei quali le viene prospettato un altro mese di corsi. In questo momento, racconta, parte il gioco ad eliminazione: a fine giornata, tra i candidati selezionati, si conferma chi prosegue per il giorno successivo.
E altri dettagli si delineano: 750 euro è lo stipendio base, per il primo mese, a cui si aggiungono incentivi. È compito del neo-assunto, ancora in un periodo di formazione, andare porta a porta a vendere i prodotti dell’azienda leader nel settore, ma con sede in un appartamento. Bussare a 10 porte garantisce un aumento di 50 euro, con 15 si arriva a 150. I pezzi del puzzle si incastrano sempre meno: l’annuncio non corrisponde, lo stipendio nemmeno, e la mansione è molto diversa dalle aspettative.
Gli eliminati giorno per giorno aumentano. Ma perché? Lo schema si ripete, proprio come vi avevamo raccontato 6 anni fa: i candidati fanno sempre più domande, si insinuano i dubbi e appare chiaro che tante, troppe cose non tornano. E non tornano per davvero. Tanto che nemmeno il nome dell’azienda, comunicato ai candidati in lizza per l’assunzione, restituisce risultati validi facendo una semplice ricerca. Proprio come vi raccontavamo nel nostro vecchio articolo.
I tempi sono cambiati, ma alcune cose sembra siano rimaste sempre uguali. Il nostro invito è quello di controllare la veridicità di un annuncio, con una ricerca su internet che potrebbe già chiarirvi alcuni dubbi e farvi capire se si tratta di uno specchietto per le allodole. Esiste un sito web dell’azienda? Un indirizzo? Una partita iva? Il numero di telefono da cui vi contattano è sicuro?
L’invito, ancora una volta, è quello di prestare molta prudenza.
