Minacciava la moglie con grossi coltelli da cucina e maltrattava anche le figlie. Condannato con rito abbreviato

I difensori delle parti civili hanno sostenuto che le dichiarazioni delle vittime, siano assolutamente sufficienti a provare la responsabilità dell’imputato se intrinsecamente attendibili.

maltrattamenti

Era accusato di avere maltrattato la moglie, colpendola a mani nude e puntandole contro grossi coltelli da cucina. Non solo, poiché anche le figlie sarebbero state vittime del carattere violento e irascibile del padre che le minacciava di morte, specie quando intervenivano a difesa della madre.
Un uomo residente in un comune del Nord Salento è stato condannato a 10 mesi (consente lo sconto di pena di un terzo) con pena sospesa per il reato di maltrattamenti in famiglia ed al risarcimento del danno di 20mila euro complessive verso le tre vittime, che si erano costituite parte civile con gli avvocati Paolo Spalluto, Mario Pede e Salvatore Rollo.
La sentenza è stata emessa dal gup Marcello Rizzo, al termine del rito abbreviato.
L’imputato assistito dagli avvocati Marcello Marcuccio e Francesca Giardiniero potrà presentare ricorso in Appello.
Nel 2018, la moglie e le due figlie avevano sporto querela per denunciare i tantissimi episodi di violenza morale e fisica subiti negli anni. Tanto che le vittime erano costrette a lasciare l’abitazione familiare trovando rifugio presso i parenti.
Tuttavia, essendo presenti in atti unicamente le dichiarazioni rese dalle tre persone offese (costituitesi parti civili), il PM (oltre che i difensori dell’imputato) avevano chiesto l’assoluzione dell’imputato, “perché le succitate dichiarazioni non avevano riscontri estrinsechi e provenienti da parti aventi interesse nel procedimento (in quanto costituite parti civili)”
I difensori delle parti civili, invece, hanno sostenuto, in ossequio alla più recente Giurisprudenza della Suprema Corte, che le dichiarazioni delle persone offese, soprattutto per determinati tipi di reati come quello di maltrattamenti in famiglia, siano assolutamente sufficienti a provare la penale responsabilità dell’imputato se intrinsecamente attendibili.
Al termine del processo è arrivata una sentenza storica inerente il reato di maltrattamenti in famiglia.



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