Non ce l’ha fatta Silvia Ghezzi. Si è spenta a soli 31 anni, gli ultimi due passati in Ospedale a lottare contro dei nemici invisibili dai nomi difficili da pronunciare, patologie rarissime. «Le malattie diagnosticate a mia figlia ormai non si contano più» aveva raccontato alla nostra redazione mamma Domenica solo qualche settimana fa. Un sfogo amaro e doloroso per chiedere aiuto. Non è stato facile per Mimma e per sua figlia: 2 anni passati lontano da casa, da Lecce, brancolando nel buio, senza nessun aiuto economico avevano spinto questa coraggiosa madre salentina a lanciare una raccolta fondi.
L’incubo inizia nel 2018. Silvia si trovava a Pisa per un controllo quando, inspiegabilmente, è entrata in coma. L’unico ‘campanello d’allarme’ era accaduto una settimana prima, una ‘banale’ gastroenterite da cui sembrava guarita. Il ricovero in rianimazione, l’ansia, la sofferenza durano 7 giorni quando Silvia si risveglia, ma qualcosa non va: era completamente paralizzata dalla testa ai piedi. Tetraplegica.
È stato l’inizio di un lungo calvario tra centri specializzati e ospedali, esami e terapie, interventi e quelle ‘diagnosi’ che pesavano come macigni, malattie che lasciavano solo domande e mai risposte. Prima aveva il nome di sindrome di Devic, un’infiammazione demielinizzante del sistema nervoso centrale, che colpisce una persona ogni milione di pazienti. Una sofferenza quotidiana, fisica per Silvia, piegata dai dolori, morale per chi le stava accanto e non sapeva come alleviarla. Negli ultimi mesi, il male aveva cambiato volto fino all’ultimo referto: una grave forma di linfoma. Anche questa «rarissima».
La famiglia di Silvia non aveva mai perso la speranza: ha sempre cercato la strada più giusta da percorrere. Non c’è stato tempo. Silvia ha chiuso gli occhi ed è andata via, lasciando un vuoto incolmabile nelle persone che le hanno voluto bene.