Arriva la condanna in secondo grado a 18 anni per l’automobilista che, sotto effetto di droga, uccise il pasticcere “Mesciu Franco“, in sella alla bici. La Corte d’Assise di Appello di Taranto, al termine del processo bis con rito abbreviato, ha ritenuto Andrea Taurino, 36enne di Trepuzzi, colpevole del reato di omicidio volontario, aggravato dall’uso di sostanze stupefacenti.
La sentenza è maturata dopo la consulenza tecnica disposta dalla Corte di Cassazione per far luce sulla dinamica dell’incidente in cui perse la vita Franco Amati, 67enne di Lecce. I giudici di secondo grado hanno stabilito, all’esito della stessa, che non si trattò di omicidio colposo.
Ricordiamo, infatti, che nei mesi scorsi, la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di Appello, con cui Andrea Taurino, era stato condannato a 20 anni di reclusione per omicidio volontario, con l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi. La Corte ha affidato una consulenza tecnica all’ingegnere Antonio Vernaleone per stabilire con esattezza la dinamica del sinistro stradale. E soprattuto il punto d’urto sulla carreggiata e quale fosse la visuale consentita ai veicoli procedenti nei due sensi di marcia. Ed infine, la velocità del veicolo condotto dall’imputato al momento dell’impatto.
La sentenza di oggi della Corte di Appello ha riderminato la pena a 18 anni, confermando i risarcimenti verso le parti civili stabiliti in primo grado, assistite dagli avvocati Diego De Cillis e Gaetano Stea. L’avvocato Marco Pezzuto, difensore di Andrea Taurino, potrà adesso presentare un nuovo ricorso in Cassazione. L’imputato risponde anche delle accuse di tentato omicidio, lesioni personali aggravate e omissione di soccorso. In primo grado, Andrea Taurino venne condannato all’ergastolo dal gup Vincenzo Brancato, al termine del rito abbreviato.
I fatti
Nel primo pomeriggio del 22 gennaio 2016, Franco Amati, pasticciere con la passione per il ciclismo, stava percorrendo in sella alla bicicletta, una stradina secondaria che da Casalabate conduce alla vicina Squinzano, non lontano da Torre Rinalda, quando venne travolto da un auto. Il giovane al volante della sua Fiat 500, travolse anche Ugo Romano, l’altro ciclista, amico di Mesciu Franco. Infatti, Taurino venne condannato anche per tentato omicidio, lesioni personali aggravate e omissione di soccorso.
Il 36enne trepuzzino ha sempre negato di aver litigato con i due ciclisti e soprattutto di essersi scagliato volontariamente contro di loro, buttandoli giù come se fossero birilli. Invece, il ciclista sopravvissuto ha sempre sostenuto «Ci è venuto addosso di proposito», ricordando quei drammatici momenti in cui ha visto morire l’amico.