
Gli occhi bassi e il pudore di celare una sofferenza troppo grande. Perché se sopravvivere ad un figlio è innaturale, convivere con il dolore per una figlia strappata alla vita da mani assassine, è insopportabile.
Lo incontriamo così, Umberto Durini, il papà di Noemi, la ragazzina uccisa dal fidanzato a Specchia. Umberto è di ritorno dal viaggio che lo ha portato ancora una volta a Cologno Monzese.
Nello studio 10 di Mediaset, che trasmette in diretta ogni venerdì la trasmissione Quarto Grado, ci è andato con il suo legale, l’avvocato Francesco Zacheo, per chiedere a gran voce, “vera verità” per la figlia.
Codice rosso
Il titolo della puntata di Quarto Grado, andata in onda venerdì 10 gennaio, era “Codice rosso”. Una dedica speciale alle donne uccise da amori malati; una battaglia contro la violenza che spezza la vita a donne di ogni età, diventata la bandiera del programma di Gianluigi Nuzzi e del suo staff.
Ed è un “codice rosso”anche la richiesta d’aiuto di papà Umberto che non si vuole arrendere davanti a chi vorrebbe chiudere le indagini e archiviare la morte della piccola Noemi come un delitto passionale compiuto dal fidanzatino in un moto d’impeto.
Noemi
Abbiamo imparato a conoscere e riconoscere nelle foto il volto dolce di Noemi, i suoi lineamenti delicati e quel suo sguardo vivace che racconta la sua gioia di vivere. L’abbiamo conosciuta così ma l’hanno raccontata le parole di chi l’ha amata veramente: Noemi, una ragazzina mite, forse un po’ inquieta come tante sue coetanee, ma sensibile e affettuosa con tutti.
Papà Umberto la ricorda con commozione. La sua Noemi, piena di vita, inarrestabile, con mille interessi e una grande passione: le moto. Era il suo sogno, prendersi il patentino per guidarne una. Lo racconta papà Umberto, con gli occhi lucidi, a Gianluigi Nuzzi. A dicembre Noemi sarebbe diventata maggiorenne ma quel sogno, oramai, non lo potrà più realizzare.
Chi ha aiutato Lucio?
L’avvocato Francesco Zacheo, che assiste papà Umberto, è convinto che Lucio Marzo non possa aver fatto tutto da solo e per questo nei mesi scorsi ha presentato richiesta contro l’archiviazione della posizione di Biagio Marzo e di Rocchetta Rizzelli, genitori di Lucio.
Richiesta accolta dal Gip di Lecce, Vincenzo Brancato che a dicembre scorso ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero, Donatina Buffelli, ritenendo che il sospetto che anche il padre e la madre di Lucio abbiano, in qualche modo, preso parte all’omicidio di Noemi Durini, meriti nuovi accertamenti da parte della Procura.
Nell’ordinanza del giudice si legge che è “ipotizzabile il coinvolgimento degli indagati nei reati di omicidio della minore e di soppressione di cadavere”.

Quelle pietre sul corpo di Noemi
Quattro altri mesi per dimostrare che Lucio non ha potuto fare tutto da solo. Quattro mesi per analizzare reperti e per esaminare i devices di Noemi e Lucio e trovare la firma di altri responsabili. E poi quelle pietre che ricoprivano il corpo della povera Noemi al momento del ritrovamento, mai esaminate. Se potessero parlare, racconterebbero gli ultimi respiri di Noemi e con ogni probabilità punterebbero il dito contro assassini e complici.
Durante la trasmissione Quarto Grado è stata mandata in onda una clip con un documento importante recuperato da Remo Croci.
Nelle riprese Lucio, in carcere a Cagliari, racconta agli psicologi il momento dell’omicidio e alcuni passaggi risuonano come un j’acuse. Nella registrazione, infatti, Lucio torna a parlare proprio di quelle pietre, troppo grosse, a suo dire, per essere state spostate da lui.
Chiaramente il tentativo è quello di coinvolgere nell’omicidio terze persone anche se per Umberto Durini ad aiutare l’omicida sono state con ogni probabilità persone vicinissime a Lucio. Come e con quale ruolo spetterà ai giudici stabilirlo.
La nostra intervista
Avvocato Zacheo, cosa si attende dalle indagini adesso che è stata accolta la Sua richiesta?
Abbiamo altri quattro mesi per capire che ruolo hanno avuto i coniugi Marzo in questo efferato delitto. Siamo intervenuti nella trasmissione Quarto Grado per ribadire la necessità di continuare ad indagare nella direzione giusta, quella che porterà, come mi auguro, a far emergere, al più presto, il coinvolgimento e la responsabilità degli indagati o di coloro che hanno aiutato Lucio.
Umberto, cosa cerca ancora il papà di Noemi?
Il papà di Noemi cerca ancora la “vera verità”, quella che faccia finalmente venire fuori ciò che è successo realmente in quelle ore. Io ho molta fiducia negli inquirenti e nei RIS che stanno conducendo le indagini in maniera scrupolosa e sono certo che non potranno non trovare conferme ai sospetti che sin dal primo momento ho avuto anche nei confronti dei genitori di Lucio Marzo.
Lei, Umberto, insieme all’avvocato Zacheo, si sta battendo perché vengano fuori le responsabilità e i nomi di chi può aver aiutato Lucio.
Sono più che convinto che Lucio non può aver fatto tutto da solo. L’ho detto dal primo momento e a confortare questa mia tesi ci sono anche l’acredine e la rabbia dei signori Marzo nei confronti di mia figlia. Noemi non era ben vista perché Biagio Marzo temeva di perdere il “potere” sul proprio figlio. Del resto non è un mistero che Lucio fosse succube del padre.
Noemi Le aveva raccontato di essere stata in qualche modo infastidita dai genitori di Lucio?
Noemi pensava di poter affrontare i problemi con i genitori di Lucio da sola. Mia figlia era una ragazza coraggiosa e non mi ha mai coinvolto in situazioni che pensava di poter gestire da sola. Non mi ha mai parlato dell’atteggiamento astioso dei genitori di Lucio ma nemmeno dei maltrattamenti che Lucio stesso le riservava.
Per questo motivo mi porto dentro una montagna di rimorsi perché come padre non ho saputo capire e proteggere mia figlia.
Umberto, si sente supportato in questo suo dolore?
Si, in vari modi. Da un lato ho il sostegno dell’avvocato Zacheo che, prima di essere il mio legale e quindi prima di battersi per la verità, mi sostiene umanamente in questo momento difficile della mia vita. Dall’altra ho la vicinanza delle persone che hanno conosciuto Noemi o che hanno imparato a conoscerla attraverso questa tragedia. Pensi che io ogni giorno vado al cimitero per salutare mia figlia e ogni giorno trovo bigliettini, disegni, fiori, lettere e peluches che mani amorevoli depongono sulla sua tomba. Segno e significato che Noemi ha lasciato in tanti di noi un vuoto immenso.
La trasmissione Quarto Grado era iniziata con Gianluigi Nuzzi che parlava di un amore da codice rosso. Già, quello tra i due ragazzini di Specchia era un amore malato che non si può giustificare.
Ma è stato solo questo ad uccidere la povera Noemi e spegnere per sempre la luce nella vita di Umberto Durini e della mamma Imma Rizzo?