Omicidio dei coniugi Ferrari di Porto Cesareo, Pm chiede l’ergastolo per Tarantino

Il sostituto procuratore Giuseppe Capoccia ha invocato il carcere a vita per l’uomo, accusato di duplice omicidio volontario, aggravato da crudeltà e rapina. Successivamente è stata la volta degli avvocati delle parti civili che si sono allineati alla richieste del pm.

Una dura requisitoria che si conclude con la richiesta di ergastolo per Vincenzo Tarantino, 52enne di Manduria. Egli era accusato del duplice omicidio dei coniugi Luigi Ferrari e Antonella Parente assassinati nella loro casa di Porto Cesareo nella notte tra il 23 e il 24 giugno di un anno fa.
 
Agli atti processuali il 20 ottobre scorso, la consulenza dello psichiatra Domenico Suma (disposta dal gup) avrebbe escluso a carico dell’imputato patologie in atto, quando si consumò l’efferato omicidio.
 
Il processo si sta celebrando in abbreviato condizionato proprio da una perizia psichiatrica. Oggi, dinanzi al gup Michele Toriello (che ha ereditato il fascicolo dalla collega Annalisa De Benedictis) è iniziata la discussione ed il sostituto procuratore Giuseppe Capoccia ha invocato il carcere a vita per Tarantino, accusato di duplice omicidio volontario, aggravato dalla crudeltà e rapina.
 
Successivamente è stata la volta degli avvocati delle parti civili, difese da Giuseppe, Michele e Giulia Bonsegna, Vincenza Raganato, Fiorino Ruggio, Francesco Spagnolo e Gianluca Coluccia che si sono allineati alla richieste del pm, chiedendo un maxi risarcimento in loro favore.
 
Invece, il 22 dicembre sarà la volta del difensore di Tarantino, avvocato Giada Trevisi e dovrebbe esserci la sentenza del giudice.
 
L’uomo venne arrestato a distanza di poche ore dalla scoperta dei cadaveri di Luigi Ferrari e Antonella Parente, da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo. Sulla scena del crimine inoltre, mancava la cassaforte scardinata dal muro che fu ritrovata lo scorso aprile.
 
Stando a quanto emerso dalle indagini preliminari, il movente che avrebbe spinto Tarantino a compiere un così crudele omicidio (avrebbe utilizzato un piede di porco), sarebbe stato il rancore nutrito nei confronti della coppia. Il 52enne originario di Manduria, era spinto in particolare, da un odio profondo nei confronti di Antonella Parente, ritenuta responsabile della fine della relazione di Tarantini con la nipote.
L’uomo, nelle sue convinzioni, era certo di non trovare nessuno in casa. Scoperto da marito e moglie, avrebbe perso la testa e li avrebbe così aggrediti e uccisi. Nel bed and breakfast dove aveva trascorso la notte successiva all’omicidio furono trovate le lenzuola sporche di sangue e tracce ematiche nel lavandino.
 
Nonostante i tanti indizi raccolti a suo carico Tarantino si è sempre proclamato innocente.



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