Omicidio Donato Montinaro, il quarto complice resta in silenzio

Il 30enne di Corsano, finito in Carcere con l’accusa di aver partecipato all’omicidio del falegname di Castri, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia

Con l’arresto di Emanuele Forte, il 30enne di Corsano finito in carcere per l’omicidio di Donato Montinaro, il falegname in pensione trovato senza vita nella sua abitazione di Castri, gli inquirenti sono convinti di aver chiuso il cerchio. Manca solo una “prova” per confermare il movente economico. Per questo si cerca il denaro che il 75enne si vantava di custodire in casa perché, diceva, non si fidava delle banche. Un bel gruzzoletto, secondo gli inquirenti, che probabilmente i quattro hanno portato via quella sera del 10 giugno, quando lo hanno picchiato a sangue forse per costringerlo a confessare dove lo aveva nascosto. Il nome di Forte compariva spesso nell’ordinanza a firma del Gip Laura Liguori che aveva aperto le porte di Borgo San Nicola a Angela Martella, Patrizia Piccinni e Antonio Esposito, incastrati dalle celle telefoniche e dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza che hanno permesso di ricostruire i loro movimenti e dalle intercettazioni dopo il delitto, sembrate in alcuni casi  vere e proprie confessioni.

I dubbi rimasti sul coinvolgimento del 30enne, prima indagato a piede libero e poi arrestato, sono stati cancellati dopo gli interrogatori di garanzia degli ex conviventi, Patrizia Piccinni e Antonio Esposito che hanno dato due versioni diverse di cosa accadde quella notte, soprattutto per quanto riguarda il ruolo avuto nell’omicidio, ma non hanno esitato a puntare il dito contro Forte. C’era anche lui in via Roma, fu lui a picchiarlo con Patrizia secondo il 39enne originario di Tricase, ma residente a Corsano. La donna, come scrive la Gip nell’ordinanza di custodia cautelare “ha ricostruito i fatti in maniera in parte diversa nel tentativo di sottrarsi o quantomeno di ridimensionare le sue responsabilità, ma ha, a sua volta, indicato senza esitazione Emanuele Forte come partecipe”.

L’interrogatorio di garanzia

L’interrogatorio di garanzia del presunto quarto complice si è tenuto ieri mattina in carcere dinanzi al gip Laura Liguori. Forte, assistito dall’avvocato Marco Costantino, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande della Giudice per le indagini preliminari. Il difensore non ha avuto modo di avere un confronto con il proprio assistito e di analizzare il fascicolo. Si riserva di chiedere l’interrogatorio davanti al pm.



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