Fidanzati uccisi a coltellate, trovati frammenti di guanti nel cortile. Un altro indizio del killer?

Sarebbero stati trovati dei frammenti di guanti in lattice nel cortile dell’abitazione di via Montello, dove sono stati uccisi Daniele de Santis ed Eleonora Manta.

Funerali separati per Daniele De Sanits e Eleonora Manta, i fidanzati uccisi a coltellate da un killer ancora senza nome. È a lui che si sono rivolti Monsignor Michele Seccia e Don Antonio Bruno: «costituisciti», «consegnati alla giustizia» hanno ripetuto durante l’omelia, aggrappandosi al rimorso che potrebbe provare dopo aver tolto la vita a due ragazzi per bene, al dolore che ha causato in due famiglie che hanno salutato per l’ultima volta i loro figli, lasciandoli andar via con i sogni che non potranno più realizzare, un abito da sposa per lei, la divisa da arbitro per lui. Parole toccanti che si scontrano, purtroppo, con gli indizi in mano agli inquirenti che raccontano di un omicidio, probabilmente, premeditato nei minimi dettagli per farla franca.

Al biglietto insanguinato, un pezzo di carta su cui l’assassino aveva disegnato le strade da percorrere per evitare le telecamere di sicurezza, perso mentre si allontanava mescolandosi tra la gente come se nulla fosse, ora si aggiungono i frammenti di guanti che sarebbero stati trovati sulla scena del crimine, a pochi passi dall’abitazione di via Montello. Frammenti di lattice che saranno analizzati dai Carabinieri del Ris di Roma, sperando di trovare la firma di quell’uomo con la felpa nera e il cappuccio che alcuni testimoni hanno visto allontanarsi dal condominio. L’ennesimo tassello per ricostruire la violenza e dare una identità al killer che si è accanito su Eleonora, con 35 coltellate e ha ferito a morte il suo fidanzato, finito sulle scale non si sa se nel tentativo di scappare, di salvarsi la vita o di inseguire il suo aggressore.

Dalla Procura, che sta coordinando le indagini, non trapela nulla. Nel delitto studiato meticolosamente qualcosa è andato storto. Ed è sui passi falsi che ha commesso, anche involontariamente, che si cerca la chiave di volta. Nell’immagine della telecamere che lo ha ripreso, sembrerebbe, a volto scoperto anche se per pochi secondi. Nei segni sui corpi di Eleonora e Daniele che, nel disperato tentativo di difendersi, potrebbero aver consegnato agli inquirenti tracce biologiche utili a risalire all’assassino. Assassino che, come ha chiesto don Antonio Bruno, probabilmente è riuscito a dormire in queste notti, a poggiare la testa sul cuscino nonostante possa sentire il fiato sul collo, a far finta di nulla senza il peso di aver spezzato i sogni di due innamorati con una lama, esattamente come ha fatto quando si è allontanato dall’abitazione di via Montello. Camminando senza scomporsi, tranquillamente. Una tranquillità che il Salento non ha più sapendo che in giro c’è un assassino spietato e crudele che spera che alla sua porta non bussino mai i Carabinieri per arrestarlo. Come ha fatto lui, quando ha bussato in casa di Daniele ed Eleonora sapendo di doverli uccidere.



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