Omicidio Noemi: prelievo di saliva del fidanzato per analizzare il Dna

Gli uomini di polizia giudiziaria, recatisi presso il carcere minorile di Quartucciu hanno dunque preso un campione di mucosa del cavo orale, “per successiva comparazione del codice genetico estrapolato dai reperti in sequestro”. Verrà ora inviato ai Ris di Roma.

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È stato eseguito in mattinata il prelievo di saliva di L.M., accusato dell’omicidio di Noemi Durini, al fine di analizzarne il Dna.

Gli uomini di polizia giudiziaria, recatisi presso il carcere minorile di Quartucciu (dove il 18enne di Montesardo è detenuto), hanno dunque preso un campione di mucosa del cavo orale, “per successiva comparazione del codice genetico estrapolato dai reperti in sequestro“. Verrà ora inviato ai Ris di Roma ( sezione Biologia), per essere analizzato dal maresciallo Vincenzo Verdoliva, lo specialista nominato dal pm Anna Carbonara della Procura dei Minorenni. Tale esame (a cui è stato sottoposto soltanto Lucio) rientra tra una serie di accertamenti tecnici “non ripetibili”, di tipo biologico, genetico e molecolare, al fine di rilevare e confrontare eventuali tracce di Dna sui reperti e sul materiale oggetto di sequestro; quelli rinvenuti all’interno dell’auto; presso l’abitazione dell’indagato; sul luogo di ritrovamento del cadavere di Noemi Durini e in sede di esame autoptico.

Invece, l’avvocato Francesco Zacheo che difende il papà della studentessa di Specchia ha nominato il generale Luciano Garofalo. Non solo, poiché la sorella e la madre di Noemi, assistite dagli avvocati Mario Blandolino e Giulia Bongiorno, si sono affidate alla specialista Marina Baldi. I legali dell’indagato, gli avvocati Luigi Rella e Paolo Pepe, non hanno nominato nessun consulente di “parte”.

Intanto, nelle scorse ore, è cominciato l’esame dei supporti informatici sequestrati durante le indagini. Si tratta, anche in questo caso, di un accertamento tecnico “non ripetibile”. Tra i reperti che verranno esaminati dagli inquirenti c’è anche il telefonino consegnato dalla madre di Noemi, trovato all’interno di un cassetto. E poi, il cellulare del genitore, quello di L.M. e degli amici della coppia, sentiti a sommarie informazioni.

Non solo, verranno analizzate anche le immagini delle telecamere e dei sistemi di videosorveglianza posti lungo il percorso dalla casa di Noemi fino alla campagna di Castrignano dove è stato il cadavere della studentessa di Specchia. L’esito della consulenza, affidata dalla Procura al dr. Claudio Leone,  dovrebbe essere depositato entro il termine di 45 giorni.

Nelle settimane scorse, invece, si è tenuto l’incidente probatorio da cui emergerebbe la capacità di intendere e di volere, ma anche di stare in giudizio di L.M. Infine, pochi giorni fa, il medico legale Roberto Vaglio ha depositato l’autopsia. Noemi Durini sarebbe stata prima accoltellata e picchiata a mani nude e poi sepolta viva.

L.M. è accusato di omicidio volontario con le aggravanti di aver commesso il fatto con premeditazione, per motivi abietti e futili e di aver agito con crudeltà, per la morte di Noemi Durini, avvenuta all’alba di domenica 3 settembre, giorno della sua scomparsa.

Sono in corso invece, gli accertamenti deI Carabinieri del Nucleo Investigativo, diretti dal maggiore Paolo Nichilo, anche sul meccanico di Patù, tirato in ballo dal ragazzo di Montesardo. Durante la perquisizione in casa di Fausto Nicolì, indagato al momento come atto dovuto, per omicidio volontario e prostituzione minorile, sono stati acquisiti telefonino, computer, pen drive e altri supporti. Nicolì, assistito dall’avvocato Luca Puce, è stato anche ascoltato dagli inquirenti in Procura, negando fermamente ogni addebito.



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