
Si sarebbe difeso dal tentativo di strangolamento da parte del fratello. Ed avrebbe ammesso di averlo colpito con delle pietre ed un bastone, ma senza avere intenzione di ucciderlo. È la versione dei fatti fornita da Nicola Scupola, 70enne di Specchia, ascoltato nel carcere di Borgo San Nicola, dinanzi al gip Sergio Tosi.
Nel corso dell’udienza di convalida del fermo, il 70enne, assistito dagli avvocati Cristiano Solinas e Sergio Annesi, ha risposto alle domande del giudice ed ha in parte confermato quanto detto durante l’interrogatorio dei giorni scorsi, davanti al pm Simona Rizzo, ma aggiungendo alcuni particolari. L’uomo ha riferito di essersi recato sul suo fondo agricolo sulla strada comunale Fontanelle a Specchia, per chiedere spiegazioni al fratello (proprietario di un fondo vicino al suo) sul taglio di un serbatoio dell’acqua presente sul proprio terreno e di averlo così incontrato. A un certo punto, Vincenzo Scupola, dopo aver ammesso il danneggiamento per dispetto, avrebbe minacciato il fratello con delle pietre. Quest’ultimo avrebbe spintonato Vincenzo, provocandone la caduta a terra e appropriandosi delle pietre, usate per colpirlo in testa. A quel punto, il fratello avrebbe afferrato Nicola per la gola, provocandogli anche un graffio sulla guancia. E l’indagato, per difendersi, lo avrebbe colpito due o tre volte sulla testa con un bastone raccolto da terra.
Vincenzo, dopo essersi rialzato, sarebbe caduto in una cisterna d’acqua. Subito dopo, Nicola credendo che il fratello fosse morto, faceva ritorno a casa, per poi ritornare presso il proprio fondo dove aveva trovato i poliziotti.
Secondo il gip, tale versione dei fatti risulta inattendibile per le dichiarazioni di un testimone ed in base a quanto emerso dall’esame esterno cadaverico sul corpo di Vincenzo Scupola.
Inoltre, sarebbe incompatibile con la tesi della legittima difesa. Afferma, infatti, il giudice nel provvedimento, come Nicola Scupola: “Non ha agito per difendere se stesso ma solo per vendicare il torto dal congiunto patito, munendosi del bastone e con quella aggredendone l’offensore”.
Secondo il gip, poi “dallo stesso racconto dell’indagato fatto a questo giudice, emerge come abbia infierito sul corpo del fratello con numerosi colpi, anche quando la vittima era già a terra priva di vita“.
E secondo il giudice, egli nutriva: “Un chiaro motivo di risentimento verso il congiunto, avendo rinvenuto il giorno prima un serbatoio insistente sulla sua proprietà “tagliato”, circostanza che lo stesso addebitava alla vittima senza soluzione di continuità rispetto all’aggressione, tanto da recarsi appositamente in campagna per operare tale contestazione, essendo evidentemente animato dal proposito di farsi giustizia da sé per il danneggiamento subito“.
Al termine dell’udienza, il gip Sergio Tosi ha convalidato il fermo richiesto dal pm e disposto la misura del carcere, per la sussistenza delle esigenze cautelari, essendo concreto e attuale il pericolo di fuga e il pericolo di reiterazione criminosa. Come sostiene il gip nell’ordinanza: “Il fermato si è inizialmente allontanato dal fondo per essere rintracciato dalle forze dell’ordine solo alcune ore dopo. Qualora l’intento dell’indagato fosse stato quello di mettere in salvo la propria vita, lo stesso, esaurita la reazione difensiva, si sarebbero dovuto trattenere sul posto in attesa dei soccorsi ed avrebbe dovuto richiedere lui stesso l’intervento della polizia giudiziaria, anziché allontanarsi“.
Ed aggiunge il gip: “L’autore dell’omicidio risulta avere vissuto 40 anni in Svizzera, sicché è fondato ritenere che abbia conservato in quello Stato numerosi contatti“.
I fatti risalgono alla giornata di sabato scorso, quando un cadavere è stato rinvenuto in una cisterna dai Vigili del Fuoco del distaccamento di Tricase. Si trattava del corpo senza vita di Vincenzo Scupola, 78enne di Specchia.
E in seguito, il fratello Nicola Scupola veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto con l’accusa di omicidio aggravato dal rapporto di parentela con la vittima e accompagnato presso il carcere di Borgo San Nicola dagli agenti del Commissariato di Polizia di Taurisano, diretti dal vicequestore Salvatore Federico, come disposto dal Simona Rizzo.
Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni di un testimone che ha riferito di aver visto un anziano a terra, in una pozza di sangue e, non lontano, un’altra persona con un bastone tra le mani.