Operaio finì in coma per il gran caldo e rimase invalido. Due indagati per lesioni

Il drammatico episodio avvenne sul posto di lavoro, il 20 luglio del 2023, intorno alle 13, all’ interno di un’azienda nella zona industriale di Specchia.

Ci sono due indagati per il drammatico episodio avvenuto sul posto di lavoro, il 20 luglio del 2023, intorno alle 13, all’interno di un’azienda metalmeccanica situata nella zona industriale di Specchia. Quel giorno, un operaio accusò un malore gravissimo a causa del gran caldo e sarebbe rimasto invalido.

L’avviso di conclusione delle indagini porta la firma del sostituto procuratore Donatina Buffelli. Risultano indagati il titolare della ditta, di 77 anni, e il figlio ingegnere, 47enne, entrambi di Miggiano, nelle vesti di responsabile del servizio di prevenzione e protezione. I due rispondono dell’ipotesi di reato di lesioni personali colpose gravissime.

In base a quanto sostenuto dal pm nell’avviso di conclusione, i due indagati avrebbero agito “in violazione delle norme specifiche in materia di sicurezza sul lavoro”. Nello specifico, quel giorno di luglio di un anno fa, le temperature avevano raggiunto picchi di oltre 40 gradi e l’operaio che stava svolgendo dei lavori di verniciatura in una cabina, si sentì male a tal punto da perdere conoscenza. L’uomo rimase in coma per circa un mese nell’ospedale di Tricase. Ed in seguito si recò nel reparto di neuroriabilitazione (dove era previsto un programma di riabilitazione fino al successivo 15 dicembre). E come accertato dal personale dello Spesal, recatosi in ospedale, l’uomo era sulla sedia a rotelle, poiché impossibilitato a camminare. Non solo, risultava incapace, nonostante gli sforzi, di parlare in maniera intellegibile, scoordinato nei movimenti delle dita nonostante la forza prensile fosse buona), obbligato a ingerire solo cibi liquidi ed a ricorrere all’uso del catetere.

I due indagati sono assistiti dall’avvocato Francesco Vergine ed hanno venti giorni a disposizione per produrre memorie difensive e chiedere di essere interrogati, prima che la Procura chieda il rinvio al giudizio e dunque il processo.