Traffico clandestino di armi e tentata estorsione, 6 arresti a Gallipoli nell’operazione Efesto

Alle prime ore di questa mattina, gli agenti della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di P.S. di Gallipoli hanno dato esecuzione a 6 ordinanze di custodia cautelare e relativi decreti di sequestri preventivi emesse dal G.I.P. del Tribunale di Lecce

Traffico clandestino di armi da fuoco e relativo munizionamento (nello specifico detenzione e porto in luogo pubblico di armi acquistate e illegalmente cedute a terzi perché mai denunciate all’Autorità di Pubblica Sicurezza); danneggiamento seguito da incendio ai danni del mezzo di lavoro di un esercente nell’attività di noleggio con conducente e tentata estorsione ai danni di quest’ultimo, per costringere lo stesso, con minacce ed atti idonei in modo non equivoco, a non esercitare più l’attività lavorativa; tentata estorsione aggravata, perché commessa da più persone riunite, nei confronti di un altro datore di lavoro e del proprio dipendente per costringere gli stessi, con minacce ed atti idonei in modo non equivoco, a non esercitare nella città di Gallipoli la propria attività lavorativa nel settore del noleggio con conducente.

A causa di questi reati, alle prime ore di questa mattina, gli agenti della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di P.S. di Gallipoli hanno dato esecuzione a 6 ordinanze di custodia cautelare e relativi decreti di sequestri preventivi emesse dal G.I.P. del Tribunale di Lecce, dottoressa Cinzia Vergine su richiesta del Pubblico Ministero della locale Procura dottoressa Giovanna Cannarile, a carico di altrettanti soggetti, alcuni dei quali noti per precedenti penali, tutti del posto.

L’operazione di polizia prende il nome del dio del fuoco “Efesto” che, nella mitologia greca, rappresenta appunto il dio del fuoco, delle fucine e della metallurgia, tanto che la leggenda narra che abbia forgiato per gli dei dell’olimpo splendide armi.

L’indagine

Nello specifico, l’indagine nasce da un’attività di controllo amministrativo finalizzato a riscontrare, a campione, se le armi dichiarate all’Autorità di P.S., dai titolari di porto d’armi per uso sportivo, fossero effettivamente presenti presso il luogo dichiarato.

Dall’esame incrociato delle Banche Dati della Polizia di Stato, è emersa un’incongruità.

Subito quindi si è accesa l’attenzione degli investigatori che si è soffermata, in modo particolare, su un titolare di porto d’armi, tale Moreno Galluzzo che, insieme ad un’altra persona aveva acquistato, in quanto entrambi titolari di porto d’armi per uso sportivo, nell’ arco temporale di un solo mese, complessivamente ben 12 armi, tra cui 3 revolver, 8 pistole semiautomatiche ed un fucile a pompa, con relativo munizionamento e di cui, a seguito di mirate perquisizioni domiciliari, entrambi non risultavano più esserne in possesso.

Dove erano finite queste armi? A chi erano state date? I poliziotti hanno scoperto, proprio a seguito delle indagini, che i due avevano complessivamente immesso nel circuito clandestino 18 potenti armi da fuoco perfettamente funzionanti ed, allo stato, da ricercare, motivo per il quale sono stati emessi i relativi decreti di sequestro preventivo.

Armi da fuoco, in parte cedute illegalmente a Gabriele Fiore e Salvatore Fiore che, a loro volta, a seguito di mirati controlli presso le rispettive abitazioni risultavano essersi disfatti delle stesse.

Dall’attività investigativa è poi emerso, che nella notte del 30.05.2019 il Galluzzo, in concorso, sempre con quella stessa persona con cui aveva acquistato tutte le 12 armi, durante le fasi preliminari del piano criminoso che era stato precedentemente pianificato con Giuseppe Imperatore, suo datore di lavoro nell’attività di NCC (noleggio con conducente), ha materialmente appiccato fuoco al mezzo di lavoro di un esercente l’attività di noleggio con conducente e, peraltro, ex dipendente dell’Impertore, nell’azienda di noleggio con conducente.

Sempre dall’attività investigativa è emersa, infine, la responsabilità penale di Luigi Cardellini, noto per i precedenti penali tra cui il reato di omicidio a mano armata a scopo di rapina nel 1993 che, insieme al Galluzzo, dopo aver minacciato un titolare di una non meglio identificata azienda di noleggio con conducente proveniente da altra città, avevano costretto le vittime a non esercitare nella città di Gallipoli l’attività lavorativa di autisti di bus navetta.

Pertanto, ad eccezione di una persona che, in base alle disposizioni del codice di procedura penale, è stata sottoposta agli arresti domiciliari, tutti i responsabili dei reati, in attesa dell’attivazione del braccialetto elettronico a seguito della quale saranno sottoposti agli arresti domiciliari con le modalità di controllo del dispositivo elettronico,  sono stati accompagnati in carcere, dagli agenti della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di P.S. di Gallipoli e dagli agenti del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia Meridionale”.

Gli stessi agenti hanno poi provveduto al ritiro, in via cautelare, di nr. 3 armi detenute legalmente da due degli arrestati perché, alla luce delle contestate responsabilità penali, sono ritenute persone capaci di abusarne.

Pertanto, saranno segnalati al Prefetto della Provincia di Lecce, per l’emissione di un divieto di detenzione armi, ed al Questore della Provincia di Lecce, per la revoca del titolo autorizzativo del porto d’armi.



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