Scatta un arresto ed emergono importanti retroscena per la violenta rapina in casa dell’avvocato Antonio Savoia, avvenuta una sera di settembre di sei anni fa, a Trepuzzi, quando tre individui incappucciati e armati di pistola, fecero irruzione nella sua abitazione.
Nell’ambito della maxi operazione investigativa “Escape” si fa riferimento all’inquietante episodio e per il quale è indagato Daniele Papa, un 49enne residente a Trepuzzi. L’uomo che nell’inchiesta risponde anche di altri capi d’accusa, come l’associazione mafiosa, ed è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, è ritenuto dagli inquirenti uno stretto collaboratore del boss Sergio Notaro (nel frattempo deceduto) e di cui avrebbe favorito la latitanza.
In base alla ricostruzione dei fatti della Procura, il 49enne trepuzzino, che aveva eseguito lavori di giardinaggio come spaccalegna, presso l’abitazione dell’avvocato Savoia, avrebbe avuto un ruolo determinante nell’episodio. Papa, infatti, conosceva l’area di copertura del sistema di videosorveglianza e dopo un sopralluogo, avrebbe indicato ai complici (non identificati), dove poter entrare senza essere ripresi dalle telecamere.
La rapina si verificò intorno alle 20.30 del 9 settembre 2019. L’avvocato Savoia, dopo aver parcheggiato l’auto nell’area antistante l’abitazione, fu aggredito da tre individui. Uno dei rapinatori gli sferrò un pugno all’altezza della tempia destra, provocandogli varie lesioni. Non solo, i tre individui lo costrinsero ad entrare in casa, dove erano presenti la moglie e i due figli. L’avvocato venne minacciato con una pistola e fu costretto ad aprire la cassaforte. I rapinatori si impossessarono di circa 6mila euro e di numerosi monili in oro ed orologi preziosi. Le vittime furono chiuse nel bagno e ciò consentì ai rapinatori di darsi alla fuga.
Il grave episodio fu ricostruito grazie ad un’intercettazione del 22 aprile 2021. In essa, Papa riferiva ad alcuni interlocutori, il suo ruolo nell’organizzazione della rapina. In particolare, raccontava di aver indicato agli autori, il lato dell’abitazione dal quale poter accedere senza essere immortalati dalle telecamere.
Inoltre, in un’altra intercettazione, come mandante della rapina, viene indicato un detenuto a Napoli che aveva conosciuto Notaro durante la detenzione. L’uomo era diventato cliente del legale e avrebbe dovuto versargli una parcella da 100mila euro per il processo fissato prima del periodo natalizio.
