25 arresti, 35 indagati, 170 militari supportati da un elicottero della Sezione Aerea del Reparto Operativo Aeronavale di Bari. Sono questi alcuni numeri dell’operazione denominata ‘Fuorigioco’, che nella mattinata di oggi, ha visto impegnati gli uomini della Guardia di Finanza, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare con cui il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, sulla base delle investigazioni condotte dal Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata (Gico), ha disposto gli arresti in carcere nei confronti di 25 indagati gravemente indiziati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, rapina, minacce, percosse e traffico di sostanze stupefacenti nonché il sequestro preventivo di aziende contigue all’associazione.
“Abbiamo notato un’estensione capillare dei gruppi criminali in molti comuni del Salento, fino al Sud Salento, dove fino al qualche tempo fa le classiche organizzazioni brindisine non estendevano i propri interessi e da qui è partita l’indagine”, ha affermato il Tenente Colonnello Giulio Leo Comandante del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle di Lecce.
“La particolarità dell’indagine è stata la varietà degli interessi con cui il gruppo veniva a coinvolgersi, soprattutto per quanto riguarda alcuni settori imprenditoriali connessi alla raccolta e smaltimento degli olii esausti, sia a uso alimentare che non.
Il gruppo faceva capo al clan di San Donaci in particolare al capo storico di alcune frange brindisine della Sacra Corona Unita, peraltro su cui già pendevano condanne negli anni 2002 e 2005.
Il gruppo si muoveva sulla base di una struttura classica verticistica, nell’ambito della quale operavano alcune persone facenti parte dell’organizzazione, che prestavano la propria opera nei vari settori di intervento: dalla droga, alla raccolta degli olii usati, alla gestione di agenzie per il gioco clandestino e anche lecito.
L’indagine trae origine da una buona collaborazione con il tessuto sociale, ma anche da qualche dichiarazione di alcuni collaboratori di giustizia.
Sono state sequestrate alcune aziende, soprattutto quelle che negli ultimi anni si sono affermate nella raccolta degli olii usati, che grazie all’infiltrazione di alcune persone riuscivano a sottoscrivere una serie di contratti per lo smaltimento, a scapito delle imprese nazionali affermate, che nel Salento erano costrette a lasciare il passo”.