Studente umiliato e usato come ‘cancellino’? Arriva il perdono giudiziale per il compagno di classe

Il giudice del Tribunale dei Minori, ha emesso una sentenza di non luogo a procedere che comunque presuppone la colpevolezza dell’imputato.

È giunto a termine, il processo con rito abbreviato a carico dello studente accusato di bullismo nei confronti di un compagno di classe.

Il gup del Tribunale dei Minori Ada Colluto, ha emesso il “perdono giudiziale” una sentenza di non luogo a procedere che comunque presuppone la colpevolezza.

Il 17enne di Salice Salentino rispondeva dei reati di percosse e atti persecutori. Il pubblico ministero Imerio Tramis riteneva, infatti, che il ragazzo fosse consapevole degli “atteggiamenti prevaricatori” verso il compagno di classe.

Invece, in una scorsa udienza, l’imputato ha rinunciato alla richiesta di “messa alla prova” (programma di trattamento di concerto con i servizi sociali).

Inoltre, in precedenza, il giudice aveva “invocato” una sorta di conciliazione tra le parti. Dunque, un confronto tra i due studenti sulla tanto chiacchierata vicenda.

L’imputato è difeso dagli avvocati Cristian Gabellone e Marco Elia. Dopo il deposito delle motivazioni, previste entro il termine di trenta giorni, la difesa potrà presentare ricorso in Appello per ottenere l’assoluzione nel merito.  La vittima è, invece, assistita dai legali Giovanni Montagna e Giorgio Pasca.

L’inchiesta

Ricordiamo che nel mese di aprile del 2018 è stata aperta un’inchiesta sul presunto episodio di bullismo, avvenuto in una classe dell’istituto Tecnico Industriale “Enrico Fermi” di Lecce. La vicenda, dal grande clamore mediatico, è venuta fuori attraverso un video realizzato da un compagno, poi consegnato alla madre della vittima. Fino a quel momento, un 17enne originario di un paese alle porte di Lecce, avrebbe nascosto i lividi delle umiliazioni subite, trovando delle scuse per quelle piccole ferite su braccia e gambe che si era “procurato in palestra”.

Tra gli episodi finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura, non ci sarebbe stato solo l’episodio immortalato con lo smartphone. Il ragazzo, in base a quanto denunciato nell’esposto, sarebbe anche stato usato come “cancellino” umano per pulire la lavagna con la maglietta. Anche questo fatto sarebbe stato ripreso in un breve filmato poi acquisito dagli inquirenti.

Il giovane studente, ascoltato durante le indagini, ha chiarito la propria posizione, sottolineando come non vi sia stato mai alcun atto di bullismo nei confronti del coetaneo. Inoltre, ritiene la difesa, non vi sarebbe alcuna prova del fatto, che lo studente fosse stato preso a calci e pugni. L’indagato assieme ad altri compagni avrebbe partecipato a un gioco di cui era a conoscenza anche la presunta vittima. Quest’ultima, è stata sentita a sua volta dagli inquirenti, confermando le accuse.



In questo articolo: