Primo Maggio, la storia della festa dei lavoratori

Perché il primo maggio si celebra in quasi tutto il mondo la Festa dei Lavoratori? Come nasce questa ricorrenza? Qual è la storia di questa festività, così trasversale dal punto di vista geografico?

Per sapere perché il primo maggio si celebra la festa dei lavoratori bisogna fare un passo indietro nel tempo e tornare al 1886. La città da cui è partito tutto è Chicago. Non la New York del 1911. Non la risposta al rogo della fabbrica di Triangle Shirtwaist, dove morirono 146 donne, italiane e ebree, perché chiuse dentro dai padroni.

A Chicago –  “macelleria del mondo” per via dei mattatoi e “granaio d’America” per via delle praterie del MidWest – si respirava aria di agitazione, di protesta, per le condizioni di lavoro disumane. Il malcontento dei lavoratori costretti a turni massacranti fu guidato dalla Federation of Organized Trades and Labor Unions. La richiesta era semplice: dal 1 maggio del 1886 le ore lavorative dovevano essere abbassate a otto –  non dodici, non sedici. Pena scioperi generali. Il primo maggio manifestarono tra le 30 e le 40 mila persone, una folla consistente per l’epoca. il 3 maggio, i lavoratori della città si ritrovano davanti ai cancelli della fabbrica di macchine agricole McCormick: la polizia apre il fuoco e ne uccide due. Diversi i feriti.

La rivolta di Haymarket

Per protestare contro la polizia, gli anarchici convocarono una manifestazione L’appuntamento era ad Haymarket Square, la piazza del mercato delle macchine agricole, per il giorno successivo, il 4 maggio. Durante il corteo scoppia una bomba che provoca la morte di sei poliziotti e una cinquantina di feriti. Per tutta risposta gli agenti sparano sulla folla. Nessuno ha mai saputo né il numero delle vittime di quella giornata né chi sia stato a lanciare l’ordigno.

Ricordare le battaglie operaie per la conquista non solo di migliori condizioni lavorative, ma di una vera e propria dignità umana: per questo è nata la ricorrenza che, fra le feste non religiose, è celebrata e sentita in tutto il mondo. Ufficialmente il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l’idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese:

“Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi”.

Primo maggio in Italia

In Italia venne istituita ufficialmente nel 1891.Nel Belpaese, il primo maggio è il concertone di Roma, promosso dai sindacati Cgil-Cisl e Uil, che dal 1990 trasforma la splendida Piazza San Giovanni in Laterano in una grande manifestazione a cielo aperto. È l’occasione per svegliarsi un po’ più tardi, per leggere il giornale senza guardare l’orologio, per programmare una gita fuori porta e perché no, un viaggio in qualche città d’arte italiana o capitale europea.

È anche un momento di riflessione, velato di amarezza e sconforto.Il lavoro manca, tarda ad arrivare, i disoccupati aumentano. Cosa c’è da festeggiare quando le famiglie non riescono ad arrivare a fine mese? Quando gli uomini che non riescono più a mantenere mogli e figli si caricano di preoccupazioni, di ansie, di stress?

La strage di Portella della Ginestra

Pochi sanno che il primo maggio è legato alla strage di Portella della Ginestra, in provincia di Palermo. Era il 1947. Un attacco armato deciso dalla mafia, con la complicità di chi era interessato a reprimere i tentativi di rivolta dei contadini, portò alla morte di undici persone e al ferimento di altre ventisette. Il bandito Salvatore Giuliano fu identificato come il capo degli autori della strage, ma nel tempo furono fatte diverse ipotesi su chi potesse averlo sostenuto e aiutato. Le persone uccise a Portella della Ginestra si chiamavano Margherita Clesceri, Giorgio Cusenza, Giovanni Megna, Francesco Vicari, Vito Allotta, Serafino Lascari, Filippo Di Salvo, Giuseppe Di Maggio, Castrense Intravaia, Giovanni Grifò, Vincenza La Fata. Tre di loro avevano meno di 13 anni.

immagine di copertina: Il quarto stato, di Giuseppe Pellizza da Volpedo