Accolta la “messa alla prova” per i tre giovani, tra i quali compare una ragazza, accusati di bullismo ai danni di un compagno di classe in una scuola di Racale.
È l’esito dell’udienza preliminare che si è celebrata, in mattinata, dinanzi al gup Aristodemo Ingusci, presso il Tribunale dei Minorenni. Il giudice ha rinviato al 18 marzo del 2021, per la verifica dei programmi di riabilitazione e volontariato, a cura dei servizi sociali.
Il giudice ha stabilito che la ragazza dovrà affrontare un percorso di reinserimento sociale e sottoporsi ad uno specifico programma di studio, per il periodo di sette mesi. Invece, il programma rieducativo per gli altri due minori, sarà della durata di otto mesi. Nel caso di esito positivo del percorso di “messa alla prova”, i tre ragazzi potranno beneficiare del proscioglimento e dell’estinzione del reato.
Infine, il quarto minorenne è stato rinviato a giudizio, anche se la sua posizione appare marginale. Il processo avrà inizio il 4 dicembre prossimo.
Ricordiamo che in una scorsa udienza, il gup aveva avallato la proposta di una riconciliazione tra le parti. Dunque, una presa di coscienza e una finestra di dialogo tra i tre imputati, di età compresa tra i 15 ed i 17 anni, all’epoca dei fatti, e la vittima. Ed il collegio difensivo, composto dagli avvocati Giacinto Mastroleo, Vito Lisi e Fernando Corsano, si è già attivato in questa direzione.
I genitori dello studente bullizzato sono invece assistiti dall’avvocato Vincenzo Venneri.
L’inchiesta
Le indagini sono state condotte dai Carabinieri della stazione locale e coordinate dal pm Imerio Tramis. I presunti episodi di bullismo si sarebbero verificati nell’ottobre del 2018, in un istituto superiore di Racale, risultato estraneo a qualunque tipo di responsabilità.
In un’occasione, il ragazzo sarebbe stato picchiato dalla compagna di scuola con schiaffi e calci, che risponde dell’ipotesi di reato di lesioni personali. E per questa vile aggressione fu medicato dai sanitari del pronto soccorso di Gallipoli. A quel punto, il padre del ragazzo decise di sporgere denuncia nei confronti della studentessa.
Nel corso delle indagini, sarebbero emersi svariati atteggiamenti prevaricatori da parte degli altri compagni, accusati dalla Procura di stalking, come i ripetuti lanci di palline di carta. E poi, il giubbotto e la maglietta, macchiati con l’inchiostro di una penna senza punta che gli era stata infilata dietro la schiena.
Non solo, dall’analisi del telefonino del giovane studente sarebbe venuta a galla la volontà degli studenti di isolarlo dal gruppo-classe. Il ragazzo, dopo essere stato inizialmente escluso dalla chat whatsapp, sarebbe stato poi inserito, ma solo per essere sbeffeggiato e deriso, con frasi del tipo: «Ci ete quistu lurdu».
Dopo il travagliato periodo trascorso in questa scuola, lo studente si è trasferito in un altro istituto scolastico.