Le mascherine non hanno nascosto le lacrime che hanno rigato il viso delle tante, tantissime persone presenti in Piazza Duomo per salutare, per l’ultima volta, Luna Benedetto, studentessa modello di 15 anni, ma con le idee ben chiare e un sogno, chiuso in un cassetto, che stava per realizzarsi. La scala di Milano era ad un passo, e lei lo avrebbe percorso sulle punte, come il futuro che desiderava fin da bambina. E avrebbe conquistato quel palco, con il suo talento e la sua eleganza se la data del provino non fosse stata rinviata a causa del lockdown. E se un incidente, terribile, non avesse spezzato la sua vita.
Ora Luna è “un angelo sulle punte”, come ha scritto il suo maestro, il noto coreografo Fredy Franzutti. Danzerà ancora indossando il suo tutù. Un abito da ballerina che la famiglia ha voluto che indossasse per l’ultimo doloroso viaggio sulla terra. A salutarla c’erano tutti. I suoi amici, i suoi compagni del Liceo Palmieri vestiti di bianco e le amiche della scuola di danza che hanno ballato per lei sulle note del concerto n.1 di Tchaikovsky.
Alla funzione, celebrata da monsignor Michele Seccia, c’erano solo un centinaio di persone (un numero limitato a causa delle norme sul distanziamento sociale), ma fuori, la piazza si è stretta alla famiglia come in un abbraccio, per dare una carezza di conforto, per quanto possibile, all’avvocato Massimo Benedetto, arrivato in città dopo essere rimasto bloccato in Marocco, dove si trovava per lavoro, alla moglie e ai tre figli tra cui Ginevra, la sorella gemella di Luna che nelle scorse ore aveva affidato il suo dolore ad un post.
Piazza Duomo era colorata di bianco. Palloncini e fiori come quelli che i compagni hanno lasciato davanti all’ingresso della scuola la ‘notte prima degli esami’.
«Chissà dove sarai adesso e chissà chi potrà gioire insieme a te guardandoti nei tuoi bellissimi occhi, noi invece potremo guardarti solo in foto e tutto quello che ci resta di te è racchiuso nei nostri ricordi che nessuno sarà mai in grado di cancellare», è scritto nero su bianco nella lettera lasciata dai compagni.
Ovunque sarà, potrà continuate ballare con il suo tutù. E nessuno potrà più fermarla.