Il Presidente Tanisi sul processo Narracci: “La condotta del pm Arnesano non fu anomala”

Il magistrato salentino Roberto Tanisi è stato sentito oggi nel processo “Favori e giustizia”, nelle vesti di testimone della difesa

Continua l’ascolto dei testimoni, nel processo “Favori e giustizia” sui presunti illeciti commessi dal pm Emilio Arnesano, prima dell’arresto del dicembre scorso. Oggi è stata la volta del magistrato salentino Roberto Tanisi, sentito in qualità di teste della difesa, dinanzi ai giudici in composizione collegiale del Tribunale di Potenza, come richiesto in una precedente udienza dai difensori di Emilio Arnesano.

Ha risposto alle domande degli avvocati Luigi Covella e Luigi Corvaglia incentrate sull’andamento del processo a carico di Ottavio Narracci, accusato di peculato e abuso d’ufficio.

Tanisi, in qualità di Presidente della seconda sezione collegiale, ha sostanzialmente affermato di non aver rilevato alcuna anomalia nel comportamento del pm Arnesano, accusato dalla Procura di Potenza di avere tenuto una condotta processuale anomala, tesa a favorire l’imputato e culminata con la richiesta di assoluzione.

In particolare, il pm contesta la mancata presentazione dei fogli di viaggio in originale. Secondo l’accusa, ne disponeva Arnesano ma non li produsse. Invece, la difesa sostiene che tali documenti erano stati fin dall’origine presso la caserma della Gdf, dov’erano rimasti sino al processo.

E fu proprio il Presidente Tanisi a chiederne l’acquisizione durante il dibattimento, anche se, come sottolineato oggi in aula, tali titoli di viaggio sarebbero poi risultati ininfluenti ai fine della sentenza. Inoltre, la Procura sottolinea l’anomalia nel mancato ascolto di un ufficiale di polizia giudiziaria che firmò il rapporto. Tanisi ha sottolineato come tale rinuncia preventiva del pm è una prassi del tutto abituale.

Nella scorsa udienza, invece, è stato ascoltato il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone.

Durante la deposizione in aula, ha ribadito che il pm Arnesano si propose per seguire il processo a carico di Ottavio Narracci, di cui ella era titolare dell’inchiesta, nonostante non avesse seguito il procedimento in fase d’indagine, mostrando un anomalo interessamento per quel caso giudiziario. Inoltre, Arnesano non le relazionò gli sviluppi del dibattimento. Tale comportamento venne segnalato (con una nota del 15 ottobre del 2018), al Procuratore Capo di Lecce Leonardo Leone De Castris.

Ricordiamo, ad ogni modo, che la vicenda giudiziaria sul presunto uso dell’auto di servizio per scopi personali si concluse con l’assoluzione di Narracci, ritenuto “non colpevole” perché il fatto non sussiste.



In questo articolo: