Ci sarà un processo per accertare eventuali responsabilità sull’incendio del mese di marzo di quattro anni nella Rsa ‘Gaudium’ di Montesardo, frazione di Alessano, in cui morì una delle ospiti e rimasero intossicate altre quattro persone.
Il rinvio a giudizio è stato disposto ieri dal gup Valeria Fedele, al termine dell’udienza preliminare per omicidio colposo e lesioni colpose, nei confronti di una 64enne di Tricase, nelle vesti di gestore della residenza assistenziale, difesa dagli avvocati Federico Martella e Stefano Stendardo, e di un 65enne, in qualità di tecnico manutentore, difeso dall’avvocato Salvatore De Mitri.
Le accuse verranno vagliate durante il processo che avrà inizio il 4 febbraio davanti alla seconda sezione collegiale.
Invece, il giudice ha disposto il proscioglimento, per un vizio totale di mente, dalle accuse di danneggiamento seguito da incendio, morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, di un’ altra anziana ospite, difesa dall’avvocato Angelo Calvi. Si tratta di una 80enne di Gallipoli, che diede fuoco ad un letto della struttura, provocando il terribile rogo e il grave ferimento di una 67enne (la donna morì tre giorni dopo nel Centro Grandi ustionati di Brindisi).
Uno dei figli si è costituito parte civile con l’avvocato Stefano Ricchello. Tra le persone offese comparivano 22 nominativi, tra figli, nipoti e fratelli della vittima.
Nel settembre del 2022, si svolse l’incidente probatorio dinanzi al gip Angelo Zizzari ed alla presenza del pm Massimiliano Carducci. E vennero conferite ben tre perizie. La prima, affidata allo psichiatra Domenico Suma, che accertò come l’anziana ospite, finita sotto inchiesta, fosse incapace d’intendere e di volte al momento dei fatti. L’80enne venne anche sottoposta alla misura della libertà vigilata, nella struttura di riposo. Secondo l’accusa, l’11 marzo del 2021, per ragioni futili, facendo uso di un accendino, avrebbe appiccato il fuoco ad un asciugamano che poi collocava su un letto e si allontanava. Invece, la 64enne, nelle vesti di gestore della residenza, non avrebbe adottato misure idonee per prevenire gli incendi e tutelare l’incolumità dei lavoratori e degli ospiti. Invece, il 65enne, tecnico manutentore, non avrebbe eseguito le necessarie prove di funzionamento del sistema antincendio.
Vennero anche conferite altre due perizie, una al medico legale Roberto Vaglio, e l’altra all’ingegnere Rocco Tarantini per accertamenti tecnici sulle cause dell’incendio.
Ora si attendono gli sviluppi del processo.
