Dovrà affrontare un processo per stalking, una parrocchiana accusata di avere perseguitato un prete, attraverso una lunga serie di pedinamenti e comportamenti ossessivi.
Una 52enne salentina è stata raggiunta da un decreto di giudizio immediato.
Nel frattempo, il suo legale, l’avvocato Biagio Palamà, ha presentato istanza di rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo in caso di condanna) e l’udienza verrà fissata a breve dal gup.
Ricordiamo che la 52enne, residente nel Basso Salento, nell’agosto scorso, fu attinta da un divieto di avvicinamento al prete, con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, emesso dal giudice per le indagini preliminari Giulia Proto.
I fatti contestati dalla Procura si sarebbero verificati tra il 2022 e il 2025. Nel settembre di tre anni fa, secondo l’accusa, rappresentata dal pm, la donna comincia a seguire regolarmente le messe, prendendo posto sempre in prima fila e cercando un “contatto fisico” con il sacerdote, nel corso della comunione. In questo periodo, iniziano i pedinamenti e la parrocchiana, sempre in base a quanto sostenuto dall’accusa, si apposta nel parco dove il prete si reca per una passeggiata al mattino e lo segue anche in altre occasioni, come i momenti di svago e gli incontri privati. E una sera di dicembre del 2024, la donna lo segue mentre il prete va a cena da un amico e tenta di investirlo con l’auto. Successivamente, la parrocchiana gli si avvicina, agitando un rosario e urlando maledizioni nei suoi confronti. Il sacerdote arriva a chiudersi a chiave nel proprio studio e decide di farsi accompagnare solo da amici fidati nel corso degli spostamenti. Ed evita di tornare a casa dai propri famigliari per paura di essere seguito.
La donna, il 20 marzo del 2025, viene raggiunta dal provvedimento di ammonimento del questore, ma nonostante ciò, continua a perseguitare il prete. E il 13 aprile scorso, giorno della Domenica delle Palme, si sarebbe avvicinata nuovamente al sacerdote sul sagrato della chiesa, cercando di raggiungerlo in mezzo alla folla. Infine, tre mesi dopo, nella marina del Comune dove il parroco presta servizio di volontariato per un’associazione, comincia ad insultare le persone presenti, con frasi aggressive, attribuendo al prete comportamenti e intenzioni mai avuti. E pronunciando, davanti a tutti, frasi del tipo: «Perché mi guardi e ridi? Non mi guardare, io non ti conosco». Inoltre, la parrocchiana avrebbe fatto pesanti allusioni a comportamenti che non sarebbero in linea con la condotta di un ministro della Chiesa.
