Presunto scambio di favori illeciti per ottenere i posti di lavori. Quattro condanne ed un’assoluzione

Rispondevano  a vario titolo, nell’ambito dell’inchiesta “Re Artù”, dei reati di corruzione, traffico di influenze illecite e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Si conclude con quattro condanne e pene complessive più alte rispetto a quelle richieste dalla Procura ed un’assoluzione, il processo con rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo), relativo alla maxi inchiesta “Re Artù”, che portò nel luglio del 2022, all’arresto, tra gli altri, dell’ex assessore regionale al Welfare, Salvatore Ruggeri (da tempo è tornato in libertà). Si parla di una serie di presunti episodi di corruzione per ottenere voti, somme in denaro, pesce di qualità e champagne in cambio di favori, come i posti di lavoro.

Nella giornata di oggi, il gup Angelo Zizzari  ha inflitto 2 anni e 4 mesi di reclusione per il commercialista Giantommaso Zacheo, 52enne, di Carpignano. E poi, 2 anni per Giuliana Lecci, 39enne, di Montesano Salentino; 1 anno e 4 mesi per Luigi Antonio Tolento, 38enne di Soleto e  1 anno, per Antonio Specchia, 38enne di Serrano (frazione di Carpignano Salentino). Per i tre è stata disposta la sospensione della pena.

Rispondevano  a vario titolo dei reati di corruzione, traffico di influenze illecite e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Il giudice ha inoltre condannato gli imputati al risarcimento del danno, da quantificarsi in separata sede, in favore sia dell’Asl che della Regione Puglia (assistita dall’avvocato Daniela Limongelli) , le quali si erano costituite parte civile. Non solo, anche al pagamento di una provvisionale di 100mila euro ciascuno, in favore di entrambe, come provvisionale. Inoltre, Zacheo è stato condannato (oltre al risarcimento del danno) al pagamento di 50mila euro alla Tecnomed Centro Medico Biologico s.r.l., anch’essa parte civile con l’avvocato Bartolo Ravenna. Invece, Tolento e Specchia dovranno corrispondere, oltre al risarcimento in separata sede, la somma di 10mila euro ciascuno, come provvisionale in favore di Sanitàservice.

In un’altra udienza, si era tenuta la requisitoria del pm Alessandro Prontera che aveva invocato pene tra i 5 mesi ed i 2 anni e 4 mesi di reclusione, con rito abbreviato (consente sconti di pena di un terzo).

Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Giovanni Montagna, Mario Coppola, Antonietta Martano, Dario Congedo e potranno presentare ricorso in Appello.

Invece, il giudice,  ha accolto l’istanza di assoluzione del pm e della difesa ed ha assolto con formula piena “per non aver commesso il fatto”, l’ingegnere Roberto Aloisio, 52enne, di Maglie, all’epoca dei fatti, istruttore dell’ufficio tecnico di Otranto e coinvolto nel filone d’inchiesta, per un atto interno alla procedura di autorizzazione ritenuto in violazione delle linee guide regionali, per il ripristino dell’arenile del lido Atlantis di Otranto, per il quale sono stati già prosciolti, durante l’udienza preliminare dalle accuse di abuso d’ufficio e falso:  Pierpaolo Cariddi, 57 anni, ex sindaco di Otranto; Mario Pendinelli, 58 anni, sindaco di Scorrano; Emanuele Maggiulli, 57 anni, di Muro Leccese, ex dirigente comunale. A margine dell’assoluzione, gli avvocati Francesco G. Romano e Carlo Viva, legali di Aloisio, esprimono soddisfazione, poiché “si chiude nel migliore dei modi la vicenda processuale”.

Le motivazioni della sentenza si conosceranno entro i prossimi 90 giorni.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta “Re Artù”, Totò Ruggeri ed il medico  Elio Vito Quarta, “stringevano un patto corruttivo”, con la collaborazione del commercialista Zacheo per accreditare il centro privato “Prodia” di Muro Leccese all’attività di procreazione assistita. Nell’inchiesta si parla poi di posti di lavoro nei concorsi Arpal, in cambio di soldi, con il coinvolgimento anche dell’ex consigliere regionale Mario Romano. E si fa riferimento ad un presunto patto a luci rosse tra Ruggeri ed una donna che ambiva a migliorare la posizione lavorativa.

Intanto, è in corso il processo con rito ordinario, dove compaiono sul banco degli imputati: Ruggeri, Romano ed altri imputati eccellenti.

Tra di essi, anche l’ex direttore generale dell’Asl Rodolfo Rollo che è accusato di corruzione impropria per aver “favorito” l’accordo per l’acquisto delle prestazioni dialitiche del Centro “Santa Marcellina” dell’ospedale Panico di Tricase, diretto da Suor Margherita (anch’essa finita sotto processo).

Le investigazioni, svolte dai finanzieri della Compagnia di Otranto, sono confluite nel blitz “Re Artù” del 7 luglio 2022, culminato in 11 misure cautelari.