Dopo il deposito delle consulenze per ricostruire la “scena del crimine” e sulla scorta del corposo materiale raccolto dagli investigatori, la Procura ha chiesto il processo per Antonio De Marco, l’assassino reo confesso dell’arbitro di calcio, Daniele De Santis, 33 anni leccese e della fidanzata, la funzionaria Inps a Brindisi, Eleonora Manta, 31 anni di Seclì.
La richiesta di giudizio immediato è stata depositata nell’ufficio del gip Michele Toriello che dovrà emettere l’apposito decreto, senza la celebrazione dell’udienza preliminare. Antonio De Marco, 21enne studente di scienze infermieristiche di Casarano, risponde di duplice omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dall’aver agito con crudeltà e porto abusivo d’arma bianca.
È giunta al capolinea l’inchiesta coordinata dal procuratore capo Leonardo Leone de Castris e Maria Consolata Moschettini, assieme ai procuratori aggiunti Elsa Valeria Mignone e Guglielmo Cataldi. Sul tavolo della Procura, nelle ultime ore, sono giunti numerosi file audio di telefonate e intercettazioni ambientali, estrapolati dai computer, dai tablet e da una chiavetta usb. Vi è la lettera in cui lo studente confessa l’omicidio ad un’amica, ritrovata dai Carabinieri del Ris nella cartella “bozze” dell’indirizzo mail del 21enne. E la pagina del diario rinvenuto nell’abitazione di via Flaming, in cui lo studente di scienze infermieristiche, un mese prima della mattanza, scriveva «Ucciderò Daniele».
Non solo, anche le conclusioni del medico legale Roberto Vaglio che al termine dell’autopsia rilevo le tracce oltre settanta coltellate sui corpi di Eleonora e Daniele. E poi, la relazione sui reperti biologici raccolti dai Ris di Roma, sul luogo del delitto, tra cui i famosi cinque bigliettini con i quali De Marco aveva pianificato le varie fasi dell’omicidio. Legarli, torturarli, ammazzarli, ripulire, lasciare una scritta sul muro con il sangue delle vittime: era questo il piano che sarebbe dovuto durare un’ora e mezzo.
Una volta che il gip emetterà l’eventuale decreto di giudizio immediato verrà contestualmente stabilità la data d’inizio del processo. Occorre sottolineare, che dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, Antonio De Marco non potrà chiedere il rito abbreviato in vista del processo sul duplice omicidio di via Montello.
Nei giorni scorsi, è stato rigettato il ricorso presentato da alcuni Tribunali, sull’inapplicabilità del giudizio abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo) per i reati punibili con l’ergastolo. Dunque, viene sostanzialmente confermato quanto stabilito dalla norma di legge dell’aprile del 2019.
Intanto, sono terminati i colloqui in carcere di Antonio De Marco con i consulenti, con l’esclusione di test psicodiagnostici. È quanto aveva stabilito dal gip Michele Toriello, dopo l’istanza presentata dagli avvocati Renata Minafra e Mario Fazzini per conto della famiglia di Daniele De Santis. I legali ritenevano che tali test potessero condizionare la successiva eventuale perizia psichiatrica, sulla scorta del parere espresso dal loro consulente di parte Massimo Picozzi.
I familiari di Eleonora Manta sono invece assistiti dagli avvocati Francesco Spagnolo, Luca Piri, Stefano Miglietta e Fiorella D’Ettorre.
Ed ora, terminati i colloqui, gli specialisti Elio Serra e Felice Carabellese prepareranno la relazione finale. Intanto, in queste ore, i legali Andrea Starace e Giovanni Bellisario hanno avanzato al gip, la richiesta di perizia psichiatrica che se accolta potrebbe essere eseguita nell’ambito dell’incidente probatorio.
Intanto, Antonio De Marco, il killer reo confesso di Eleonora Manta e Daniele De Santis, è stato trasferito in una cella singola, nella sezione reati contro la persona del carcere di Borgo San Nicola, dopo un lungo periodo di isolamento. In ogni caso, questa nuova sistemazione prevede una serie di controlli serrati per evitare aggressioni da parte di altri detenuti.
L’inchiesta e il movente oscuro
Antonio De Marco, 21enne di Casarano, venne arrestato il 28 settembre scorso dai carabinieri di Lecce ad una settimana di distanza dal ritrovamento dei cadaveri di Eleonora e Daniele in via Montello.
“Ero più arrabbiato del solito….. Sarà stato dettato tutto dalle crisi che ho avuto quel giorno e mi sono deciso a farlo, alle volte riuscivo a fermare i miei pensieri, sia quelli autolesionistici che quelli magari rivolti ad altri…quel giorno no”. È uno stralcio del verbale di 70 pagine dell’interrogatorio di Antonio De Marco, l’omicida reo confesso di Eleonora Manta e Daniele De Santis, tenutosi nel carcere di Borgo San Nicola, il 1 ottobre scorso, davanti al gip Michele Toriello.
Riguardo la ricostruzione dell’omicidio, De Marco, ex coinquilino di Daniele De Santis, ha detto di avere fatto la copia delle chiavi. E dopo, come ricostruito dagli inquirenti, sarebbe entrato nell’abitazione nei pressi della stazione, con il volto coperto da un cappuccio ricavato da una calza di nylon su cui aveva disegnato con il pennarello la bocca e il contorno degli occhi.
Ed infine ha parlato del ritorno nell’abitazione di via Fleming, in cui viveva in affitto: “Quando sono tornato a casa….Mi sono tolto i pantaloni e la felpa e mi sono poggiato sul letto, poi ho vomitato un po’. Poi mi sono fatto la doccia”. E ha riferito di avere buttato chiavi, coltello e indumenti sporchi di sangue, in un bidone della spazzatura.
