Avrebbe approfittato dell'infermità mentale di una 97enne per prosciugarne il conto ed un suo parente acquisito è finito sotto processo. Il gup Stefano Sernia ha rinviato a giudizio il 56enne L.S.A.V. ( queste le iniziali ) originario di Cursi ma residente a Pisa per il reato continuato di appropriazione indebita aggravato dal danno patrimoniale di rilevante gravità, circonvenzione d'incapace aggravata e autoriciclaggio.
La presunta vittima è un'anziana signora di origini spagnole, ma residente a Lecce. L'imputato dovrà presentarsi in data 26 novembre innanzi al giudice monocratico Sergio Tosi, per l'inizio del processo. Secondo l'accusa, rappresentata dal pubblico ministero Roberta Licci, il nipote del marito deceduto della97enne, si sarebbe, anzitutto, impossessato illecitamente della somma di denaro di circa 691 mila euro depositata in banca. Dunque, grazie alla delega ad operare sui conti correnti, ottenuta fin dal 2004, proprio dall'anziana signora titolare del conto, egli avrebbe effettuato quattro prelievi. Il primo di 94mila euro in data 6 marzo del 2012, seguito da un altro il 2 novembre dello stesso anno di 12mila euro. L'anno successivo, il 56enne avrebbe eseguito due versamenti ancor più sostanziosi. Il primo, il 3 gennaio di 285 mila euro e in data 13 settembre, quello di 320 mila euro. I soldi venivano poi accreditati su due conti correnti "accesi" presso la stessa banca; il primo intestato a lui di circa 106 mila euro e l'altro a lui ed alla moglie per il valore di 585 mila euro.
Inoltre, in base all'ipotesi accusatoria, l'uomo in data antecedente al marzo del 2012 avrebbe tratto profitto dalle condizioni di infermità psichica dell'anziana signora, affetta da "decadimento cognitivo su base aterovascolare" già dal 2007. La donna alternava momenti di lucidità ad altri di confusione. Inoltre, la 97enne soffriva di problemi di deambulazione causati da una rottura del femore che ne accentuavano la condizione di isolamento.
Il 56enne, sempre secondo quanto sostiene la Procura, avrebbe indotto la presunta vittima del raggiro a sottoscrivere un testamento olografo, riportante la data apparente del 1 dicembre del 2009. Il documento era redatto in lingua italiana, mentre l'anziana signora comunicava unicamente in spagnolo. L'uomo si faceva nominare unico erede delle somme di denaro relative ai titoli di Stato depositati in banca, al fine di ottenere una sorta di copertura giuridica alle illecite operazioni di prelievo effettuate.
Non soltanto, poiché per circa un mese, dal gennaio e fino al febbraio del 2015, il nipote del marito deceduto della97enne avrebbe reimpiegato ed investito in attività economiche e finanziarie il denaro di cui si era appropriato indebitamente. Difatti, secondo il pubblico ministero, dopo numerosi bonifici in favore della propria madre priva di reddito (del valore di 585 mila euro), su un conto cointestato e "acceso" prima dei suddetti prelievi e verso la compagna, anch'ella priva di reddito (per la somma di 132.750 euro), avrebbe effettuato due ulteriori bonifici della somma di 50.000 euro ciascuno sul conto acceso presso un'altra banca, per ostacolare la provenienza illecita del denaro.
Il raggiro sarebbe emerso grazie alla denuncia dell'amministratore di sostegno dell'anziana signora, nell'aprile del 2016. Adesso sarà il processo a far luce sulle eventuali responsabilità penali dell'imputato.La parte offesa è assistita dall'avvocato Francesco Galluccio Mezio.