Prostitute nigeriane sequestrate e violentate da quattro rumeni: il giudice vuole riascoltare le presunte vittime

Il pubblico ministero aveva invocato complessivamente 45 anni di carcere per i rumeni Robert Catalin Badica, Idion Munteanu, Andrei Gabriel Jlie, Valentin Stanescu. Il Pm ha sottolineato la dignità delle prostitute che hanno avuto il coraggio di denunciare l’accaduto.

Ancora nessuna decisione definitiva, nel processo in abbreviato sulla vicenda delle prostitute nigeriane sequestrate, picchiate e violentate per ore in una zona di campagna da quattro cittadini rumeni, l'estate scorsa. Il gip Carlo Cazzella ha emesso un'ordinanza con la quale dispone di risentire le ragazze nigeriane, presunte vittime della violenta aggressione.

Egli ha fissato l'ascolto in aula per il 24 febbraio 2016, quando si dovrà presumibilmente rifare la discussione e riascoltare il pubblico ministero e gli avvocati, prima della sentenza. Precedentemente, il pubblico ministero Massimiliano Carducci, in sostituzione della dr.ssa Miglietta aveva invocato 14 anni per Robert Catalin Badica, 27enne, residente ad Acquarica del Capo; 11 anni per Idion Munteanu, 28enne, residente a Specchia; 10 anni nei riguardi di Andrei Gabriel Jlie, 23enne, sempre con residenza a Specchia, 10 anni per Valentin Stanescu, 31enne senza fissa dimora. I quattro rispondevano delle accuse di rapina, violenza sessuale, lesioni personali, minacce. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Pierpaolo Vitali, Michela Mazzotta, Giovanni Zippo, Stefano Stendardo e Stefano Maggio.

Il pm nella sua requisitoria ha sottolineato, da una parte l'inaudita ferocia nell'agire dei tre imputati e dall'altra la dignità delle prostitute che hanno avuto il coraggio di denunciare la violenta aggressione e che adesso stanno anche seguendo un programma di reinserimento sociale e lavorativo, attraverso l'associazione Libera. Due delle tre parti offese si sono costituite parti civili con l'avvocato Maria Russo, sostituito dall'avvocato Maurizio Scardia ed hanno chiesto un risarcimento di 40.000 per ciascuna ed una provvisionale di 20.000 euro. Gli avvocati dei quattro rumeni, invece, avevano invocato l'assoluzione dei propri assistiti. Essi ritenevano che ci fosse una netta discrepanza, tra quanto dichiarato dalle prostitute nigeriane, dopo l'arresto dei presunti aggressori ( in quell'occasione parlarono soltanto di una rapina subita) e quanto invece,  affermato in sede di denuncia.

Durante l'incidente probatorio, nel corso dell’ascolto protetto durato oltre due ore, innanzi al gip Alcide Maritati, le tre nigeriane avrebbero confermato i ripetuti abusi fisici e sessuali per mano dei quattro cittadini rumeni il 28 gennaio, il 6 ed il 9 febbraio scorsi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i quattro rumeni abbordarono le loro vittime (costrette a vendere il proprio corpo per le strade di Lecce ed in particolare nella zona di piazzale Rudiae), avvicinandosi con la scusa di una prestazione sessuale. Le condussero con l'auto, in una località di periferia e le rapinarono, minacciandole con una pistola puntata alla tempia ed un coltello brandito con violenza. Inoltre le picchiarono selvaggiamente ed abusarono sessualmente di loro. Una volta soddisfatti i propri appetiti sessuali, gli aggressori le riaccompagnarono a Lecce.



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