“Ho rischiato di morire”. L’amaro racconto di un pescatore della Darsena di San Cataldo. E in Comune è bagarre

Durante il consiglio comunale è andata in scena una protesta dei pescatori di San Cataldo, stanchi di sentirsi ‘abbandonati’. C’era anche Franchino che questa mattina ha rischiato di morire.

Lo avevamo lasciato affranto e arrabbiato per l’indifferenza dimostrata dalle istituzioni nei confronti della Darsena di San Cataldo, abbandonata a se stessa. Citata come esempio di rilancio della marina e poi dimenticata una volta spenti i riflettori della campagna elettorale. Lo ritroviamo furibondo, ancor più incavolato per una situazione ormai insostenibile.

«Sono nato pescatore e voglio morire pescatore» aveva urlato Franchino, in un video diventato virale. Lui che vive o dovrebbe vivere grazie al mare questa mattina ha rischiato di morire. Scampato al pericolo, ha raccontato tutto utilizzando i social, l’unico mezzo che gli è rimasto per essere ascoltato, per accendere i riflettori sul problema mai risolto delle alghe che invadono il canale.

La posidonia oceanica si è impossessata del canale, ma Franchino non si è mai arreso e questa mattina, prima dell’alba, ha cercato di uscire con la sua barca, ma qualcosa è andato storto.

Probabilmente proprio per le ‘difficoltà’ di navigazione l’imbarcazione si è rovesciata e Franchino si è ritrovato in acqua. «Fortunatamente mi trovavo a qualche metro dalla riva e sono riuscito a tornare a nuoto nonostante la tuta (quella classica indossata) fosse diventata pesante. Ho rischiato di morire, da solo, senza un’anima intorno solo per cercare di prendere due cefali», racconta.

«Mi dicono di stare zitto, mi dicono di “cambiare musica”, che il mio è un disco rotto – si sfoga – ma non cambio musica, la musica non la cambio» continua.

Bagarre in Comune

Poco dopo Franchino si è presentato a Palazzo Carafa, dove si stava svolgendo il Consiglio comunale, insieme ad altri pescatori e alcuni familiari per tentare di far capire le sue ragioni e quelle di chi, come lui, ha perso tutto. È stato necessario l’intervento degli agenti della Polizia Locale per riportare la situazione alla calma. Gli animi si sono ‘scaldati’ anche tra i banchi per l’accusa (neanche tanto velata) lanciata nei confronti di alcuni consiglieri di minoranza, colpevoli secondo i colleghi della maggioranza, di aver ‘aizzato’ i manifestanti.

La pazienza è ormai esaurita e – come avevamo già scritto un mese fa – la misura e colma. Anche se tanti, tantissimi pescatori si sono ‘arresi’ stanchi di chiedere ciò che gli spetta senza mai ottenere nulla, ma c’è ancora chi lotta, richiamato dall’amore per il mare che nessuna posidonia può spegnere.

video tratto dal gruppo Salviamo San Cataldo



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