‘Quella non è la mia grafia’, Marco Barba disconosce la lettera minatoria a Quintana

Nel corso dell’interrogatorio il 43enne ha rispedito al mittente ogni addebbito. Barba è stato arrestato all’alba del 3 dicembre scorso, al termine dell’operazione investigativa denominata ‘Barbapapà’.

In circa due ore di ascolto innanzi al giudice, Marco Barba detto “Tannatu” ha respinto ogni accusa sui presunti atti intimidatori, estorsivi e persecutori ai danni del politico gallipolino Sandro Quintana.
 
Si è svolto in mattinata l'interrogatorio di garanzia innanzi al gip Simona Panzera, dal carcere di Borgo San Nicola dove è detenuto. Il 43enne gallipolino è stato arrestato all'alba del 3 dicembre scorso, al termine dell’operazione investigativa denominata “Barbapapà”. Barba ha rispedito al mittente ogni addebito, rispondendo a tutte le domande del giudice.
 
Anzitutto la lettera indirizzata a Quintana – Consigliere di minoranza del Comune di Gallipoli e comproprietario del ristorante “Mare Chiaro”- "corredata" da due proiettili cal.7,65 non l'avrebbe scritta, né tantomeno consegnata lui.  Per quanto dichiarato dallo stesso Barba, la grafia non sarebbe infatti la sua.
 
Inoltre, le telefonate intercettate dagli inquirenti non dimostrerebbero un suo coinvolgimento nella vicenda. Barba si sarebbe limitato a chiedere al suo interlocutore se fosse stato denunciato per l'accaduto. L'incendio della macchina, inoltre, non sarebbe attribuibile a lui, poiché non si sarebbe mosso da casa quel giorno. Infine, in merito agli ordigni ritrovati dai carabinieri, Barba non ricorda di averne mai avuto la disponibilità.  Questi ha soltanto ammesso di avere avuto un litigio fuori da un nota discoteca gallipolina, ma di non avere mai preteso l‛ingresso gratis nelle principali e più note discoteche gallipoline.
 
Il difensore di Marco Barba, l'avvocato Paola Scialpi, ha inoltre depositato un corposo memoriale che dimostrerebbe l'estraneità del proprio assistito ai fatti contestati.    
 
Ricordiamo che le indagini hanno presso avvio dalla denuncia di Sandro Quintana. Egli, così come  alcuni dipendenti del  del ristorante “Mare Chiaro”– nel periodo compreso tra agosto e settembre 2016 – sarebbero state vittime di continue e reiterate minacce e atti persecutori (così da integrare il delitto di stalking).
 
In un tale contesto di condotte moleste e vessatorie, si inserirebbe dunque la richiesta rivolta a Quintana, a titolo di compendio estorsivo, di una somma di denaro per poter acquistare un furgone adibito al trasporto di prodotti ittici. Il monitoraggio dell’utenza telefonica intestata ed in uso a Marco Barba avrebbero inoltre permesso di acclarare il potenziale bellico a sua disposizione.
I Carabinieri della Compagnia di Gallipoli, nel corso di due perquisizioni datate 20 e 27 Settembre 2016, hanno rinvenuto rispettivamente due pistole con proiettili dello stesso calibro di quelli inviati alle vittime, e ben otto ordigni esplosivi artigianali. Non solo, poiché nonostante fosse ristretto agli arresti domiciliari, Marco Barba si sarebbe reso altresì responsabile del delitto di danneggiamento, seguito da incendio, nei confronti di un’autovettura parcheggiata nei pressi della propria abitazione.
 
Barba risponde delle accuse di: stalking, tentata estorsione, detenzione di armi e munizioni comuni da sparo e materiale esplodente, nonché, da ultimo, di danneggiamento seguito da incendio.



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