Raggirò la zia affetta da infermità mentale per impossessarsi di case e terreni: condannata a 2 anni e 6 mesi

Il giudice monocratico ha emesso la sentenza di colpevolezza nei confronti di Maria Carla Prudenzano, 43enne di Salice Salentino. L’altra nipote si è costituita parte civile con l’avvocato e riceverà una provvisionale di 200 mila euro.

Avrebbe approfittato dell'infermità mentale della zia, per impossessarsi di case e terreni ed una 43enne di Porto Cesareo è stata condannata a 2 anni e 6 mesi. Il giudice monocratico Maria Pia Verderosa ha emesso la sentenza di colpevolezza nei confronti di Maria Carla Prudenzano.
  
L'altra nipote, Jole Elena De Castro, originaria di Salice ma residente a Roma, e Rita Gravili, sorella della vittima si sono costituite parte civile con l'avvocato Riccardo Giannuzzi. Il giudice ha disposto una provvisionale di 200 mila euro in favore di ciasuna di esse. Non solo, anche il risarcimento del danno da quantificarsi in sede civile.
  
Il pubblico ministero Massimiliano Carducci aveva formulato una richiesta di tre anni per la Prudenzano che risponde dell'accusa di circonvenzione d'incapace. Il pm, inoltre, aveva invocato la condanna a due anni e sei mesi per due vicine di casa della signora Maria Francesca Gravili di Salice Salentino, la vittima del raggiro, deceduta ad 84 anni in uno stato di assoluta indigenza. Entrambe sono state assolte per insufficienza di prove e sono assistite dagli avvocati Federica Musso e Marcello Falconi. Invece, la Prudenzano è difesa dagli avvocati Luigi e Roberto Rella.
  
Le indagini presero il via dalla querela della nipote della Gravili, la signora De Castro, depositata nel luglio 2010 con successiva integrazione nell'ottobre dello stesso anno. La donna denunciava svariati episodi in cui, l'altra nipote approfittava della malattia della zia, affetta da demenza di tipo Alzheimer con psicosi. Le indagini condotte dal sostituto procuratore Angela Rotondano sono state eseguite dagli uomini  della sezione di polizia giudiziaria, aliquota carabinieri, e dai colleghi della stazione di Salice Salentino. Fondamentale, la relazione dei servizi sociali e le dichiarazioni del medico di famiglia e di una persona di fiducia della vittima.
  
Gli inquirenti accertarono che nel 2005, la Prudenzano otteneva in affitto un immobile di 12 ettari (con annessi "comodi rurali") al prezzo di 800 euro annui. Inoltre, era autorizzata ad effettuare tutti i miglioramenti necessari, usufruendo delle agevolazioni contributive creditizie, addirittura per avviare "l'agricoltura biologica". Inoltre nel luglio 2009, la signora Prudenzano sarebbe diventata proprietaria dell'immobile per la cifra di 59mila euro, mai corrisposti alla zia. Quest'ultima, con lo stesso atto risultava gravata da una serie di debiti, in realtà mai contratti.  Infine, l'imputata nel gennaio del 2010 sarebbe divenuta proprietaria di un abitazione a Porto Cesareo. Avrebbe poi rivenduto garage e giardino della stessa, a un prezzo di poco inferiore a quello corrisposto alla zia. In questo caso, non ci sarebbero prove certe che la zia abbia incassato la somma pattuita di circa 130 mila per la vendita dell'immobile.
  
Invece, le altre imputate, oggi assolte dal giudice, erano accusate di circonvenzione d'incapace per altri due episodi. L'acquisto di un immobile del valore di 74mila metri quadrati a 6.000 euro e quello di una vecchia Ford Fiesta, per la cifra di 2 mila e 500 euro. In entrambi i casi, secondo l'accusa, non avrebbero corrisposto neanche un centesimo alla Gravili.  



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