Terremoto giudiziario a Otranto. I fratelli Cariddi chiedono di essere sentiti in Procura

 I due sono stati arrestati il 12 settembre scorso e condotti in carcere nell’ambito dell’inchiesta “Hydruntiade”

Vogliono parlare con i pm per chiarire la propria posizione,  i fratelli Cariddi, arrestati il 12 settembre scorso nell’ambito dell’inchiesta “Hydruntiade” che ha provocato un terremoto giudiziario nel Comune di Otranto.

Nella giornata di oggi, i loro legali  hanno depositato l’istanza, dopo avere avuto modo di esaminare il corposo fascicolo d’indagine. Nelle prossime ore, il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone ed il sostituto procuratore Giorgia Villa, titolari dell’inchiesta, stabiliranno se accogliere l’istanza.

Pierpaolo Cariddi, sindaco dimissionario di Otranto, è assistito dagli avvocati Gianluca D’Oria ed Alessandro Dello Russo. Invece, Luciano Cariddi, “primo cittadino” fino al 2017 è difeso dagli avvocati Viola Messa e Michele Laforgia.

Ricordiamo che nei giorni scorsi, i due non hanno risposte alle domande del gip Cinzia Vergine, scegliendo la via del silenzio. Difatti, al termine dell’interrogatorio di garanzia, presso il penitenziario di Borgo San Nicola dove sono ristretti, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

I legali dei fratelli Cariddi non hanno invece presentato ricorso al Tribunale del Riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Stesso discorso per gli altri indagati agli arresti domiciliari. Giuseppe Tondo, ex responsabile dell’ufficio paesaggistico, ritenuto l’organizzatore dell’associazione (difeso dall’avvocato Corrado Sammarruco); Emanuele Maggiulli, ex dirigente comunale (avvocati Luigi Covella ed Antonio Quinto); l’imprenditore Roberto De Santis, assistito dall’avvocato Giuseppe Fornari, hanno scelto di non rivolgersi al Riesame.

Presentato ricorso, invece, per Marco Maggio (avvocati Luigi Corvaglia ed Antonio Costantini), considerato un prestanome del sindaco. Si sono rivolti al Riesame anche Salvatore Giannetta, attivo nel settore dei supermercati (avvocati Luigi Corvaglia e Sergio Schito); l’imprenditore Luigi Bleve, (avvocati Luigi Rella e Salvatore Brillante) e Roberto Aloisio, istruttore dell’ufficio tecnico (avvocati Carlo Viva e Francesco Romano). L’udienza verrà fissata nelle prossime ore.

Nel corso delle indagini sarebbe emerso un vero e proprio sistema per il rilascio di autorizzazioni e per affidamenti di lavori anche attraverso concessioni comunali artefatte, in cambio del sostegno elettorale da parte di imprenditori amici. La Procura, infatti, parla di un “sistema Cariddi” con cui si faceva ricorso anche alle minacce nei confronti di pubblici ufficiali.