È vero, come ha precisato in una nota la Cna Balneari Puglia, che sono tanti gli angoli di Salento trasformati in discariche a cielo aperto e che non è solo chi frequenta Gallipoli ad essere “maleducato”, ma sono molti gli sporcaccioni (salentini e non) che, lontano da occhi indiscreti e convinti di farla franca, sporcano campane e strade.
Altrettanto vero, è che le “segnalazioni” non devono cadere nel vuoto. Anzi, meritano attenzione. Come quelle giunte, in questi giorni, all’Associazione Italia Nostra sud Salento che ha raccolto le testimonianze dei bagnanti che frequentano il Parco naturale regionale “Isola di Sant’Andrea e litorale Punta Pizzo”, a sud della Città Bella. Ancora una volta, le lamentele riguardano i rifiuti abbandonati in un’area della costa frequentata, a pochi passi dagli alberghi.
Cumuli di rifiuti di vario genere, abbandonati dagli incivili noncuranti dello sfregio ambientale provocato dai loro comportamenti e anche del danno d’immagine causato ad una città che si anima di turisti in questo periodo dell’anno. Non è la migliore ‘cartolina’ da immortalare e condividere sui social.
Per questo, il presidente dell’Associazione Marcello Seclì ha preso carta e penna per scrivere al sindaco, Stefano Minerva all’Assessore all’Ambiente del Comune di Gallipoli, Giuseppe Venneri e all’Autorità di gestione del Parco naturale, l’ingegnere Gianluigi Barone per informarli delle numerose segnalazioni degli spettatori dell’oltraggio.
Seclì non solo chiede che i rifiuti siano rimossi tempestivamente, ma anche che siano collocati (se non già presenti) dei cassonetti in modo che non vi siano “giustificazioni di sorta” perché qualcuno continui ad abbandonare i rifiuti, determinando un evidente nocumento ambientale e un degrado paesaggistico del Parco naturale.
