Peculato con le aste giudiziarie: Rossana Tornese condannata a 5 anni e 2 mesi

Si conclude con la condanna, il processo a carico di Rossana Tornese, condannata a 5 anni e 2 mesi per il reato continuato di peculato.

Si conclude con la condanna il processo a carico di Rossana Tornese. Il gup Sergio Tosi, al termine del giudizio abbreviato, ha inflitto la pena di 5 anni e 2 mesi per il reato continuato di peculato. Secondo l’accusa, la 46enne di Lecce, in qualità di rappresentante legale di una società operante nel settore delle vendite e delle aste giudiziarie, si sarebbe impossessata delle somme versate a titolo di cauzione dai partecipanti ad un’asta (14 casi) e del ricavo derivante dalla vendita dei beni pignorati (19 casi), “intascando” il relativo corrispettivo.

Il giudice ha disposto, infatti, la confisca del profitto del reato (quantificato in oltre 86mila euro). Non solo, anche il risarcimento del danno in favore delle sei parti civili, con somme comprese tra gli 800 euro ed i 14mila euro. E poi ci sono le pene accessorie: l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e “l’incapacità” in perpetuo di contrattare con la pubblica amministrazione.

Le indagini

Tutto è nato dalle denunce di alcune persone che, dopo aver preso parte ad aste gestite dalla società finita sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, non avevano ottenuto in restituzione le cauzioni versate. A conti fatti, la Tornese si sarebbe appropriata indebitamente di una somma di denaro, quantificata complessivamente in 81.202,32 euro.

Le indagini eseguite dalla Guardia di Finanza, sono state condotte dal pm Maria Vallefuoco. La Tornese venne arrestata a Roma, dove si trovava in quei giorni, per motivi di lavoro. Venne difatti eseguita un’ordinanza di custodia cautelare e disposto il sequestro preventivo per equivalente di beni.

In seguito, Rossana Tornese ha ottenuto gli arresti domiciliari. Il Tribunale del Riesame ha accolto l’istanza della difesa, costituita dagli avvocati Mario Fazzini e Paolo Pepe.



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