Ostuni, “odori” insopportabili dal centro di raccolta dei rifiuti gestito da società leccesi. Scatta il sequestro

I sigilli posti dai militari del Noe di Lecce, al termine di una serie di controlli effettuati durante tutto il mese di ottobre. Comune e società hanno 20 giorni per eliminare le problematiche.

I Carabinieri del Noe di Lecce, nella mattinata di oggi, a Ostuni, in seguito a una serie di controlli effettuati nel corso di tutto il mese di ottobre nell’ambito della “Direttiva Operativa 2019” del Comando per la Tutela Ambientale dell’Arma di Roma, hanno dato esecuzione a un decreto emesso dal Giudice delle indagini preliminari, procedendo al sequestro preventivo del centro comunale di raccolta dei rifiuti solidi urbani, della superfice di circa 3.500 metri quadrati, ubicato nella zona artigianale del comune brindisino, di proprietà comunale e gestito dall’associazione temporanea costituita dalle società Gial Plast s.r.l. e Bianco Igiene Ambientale s.r.l.

La misura cautelare è riferita al solo sito di raccolta e stoccaggio dei rifiuti della città brindisina, sito in località Santa Caterina e non ai mezzi utilizzati per svolgere il servizio che, pertanto, potranno continuare a operare con diverse modalità gestionali portando, per esempio, i rifiuti raccolti o verso altri centri intermedi o direttamente in altre filiere di recupero e smaltimento.

L’attività dei militari dell’Arma specializzati nei reati ambientali, svolta in piena sinergia e secondo le indicazioni del Procuratore Aggiunto di Brindisi, si è incentrata soprattutto sulle continue e svariate denunce e segnalazioni della cittadinanza, che lamentava le intollerabili esalazioni odorigene moleste capaci di ingenerare difficoltà respiratorie, cefalee, nausee e turbamento della tranquillità e della quiete delle persone e ha permesso di accertare il deposito incontrollato di ingenti quantitativi di rifiuti urbani anche pericolosi, come batterie per auto, toner, olii minerali esausti e rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, gestiti in continua violazione al capitolato speciale d’appalto e alle specifiche norme di settore.

Alle società coinvolte, nello specifico all’ente comunale, la Magistratura inquirente ha concesso un termine di 20 giorni per eliminare le problematiche acclarate, pena la chiusura definitiva del centro comunale di raccolta.



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