Nasce la prima proposta europea che vieta l’uso dei social network ai minori di 15 anni

Social network vietati fino al compimento dei 15 anni: questa la proposta di legge approvata, in prima lettura, quasi all’unanimità.

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Arriva dalla Francia la proposta di legge per vietare i social network ai minori di 15 anni e proteggere i ragazzi dagli ‘effetti collaterali negativi’ di Facebook, Instagram e piattaforme simili. L’Italia intanto si esprime e il Garante italiano per l’infanzia afferma che si tratta di una buona iniziativa.

È il centrista Laurent Marcangeli ad avanzare la proposta, sostenendo quanto all’Assemblea nazionale francese si stia già discutendo per mettere a punto un meccanismo che non porti i giovani a infrangere il sistema. Un sistema, si badi bene, che non è un divieto assoluto o un ostacolo alla libertà personale, perché basterà il consenso di entrambi i genitori per consentire al ragazzo di aprire un account personale.

Ma la riflessione che viene spontanea è: potrebbero davvero essere i genitori a dare questo tipo di consenso, nonostante una legge contraria? In poche parole, noi adulti siamo tutti d’accordo che i social network, se usati impropriamente o in tenera età, possano dare effetti psicologici e fisici negativi?

Di sicuro proteggere i ragazzi da quello che rappresenta oggi il virtuale è un’idea comune e generalizzata e la facile strada con cui si accede oggi al mondo della rete ha portato, sicuramente, a perdere di vista quanto il digitale sia entrato nella vita di tutti noi con un’accelerazione smisurata e fuori controllo.

Proprio per questa ragione è ormai diffusa la sensazione che si debba fare un’inversione di marcia e cercare di mettere dei paletti, partendo proprio dalla tutela dei più giovani che sono lasciati allo sbaraglio in un mondo irreale che non conosce più né limiti, nè confini.

L’input parte proprio dalla Francia, ma già si intuisce quanto questa proposta non tarderà ad arrivare anche nel nostro Parlamento, mettendoci davanti una realtà oggettiva e pericolosa: i giovanissimi vanno tutelati dai social network e dai danni che essi inevitabilmente provocano.