Il modus operandi era collaudato: rubavano auto di grossa cilindrata o con un bagagliaio capiente per poter trasportare il bottino delle loro scorribande notturne e con il mezzo scelto per l’occasione tentavano i colpi agli obiettivi studiati e, spesso, li mettevano a segno. Nel mirino di una banda criminale sgominata alle prime luci del mattino erano finiti diversi esercizi commerciali del Salento, sportelli bancomat o postamat.
Le «spaccate» erano la loro specialità, ma non disdegnavano anche lo spaccio di sostanze stupefacenti come dimostrano le accuse contestate a 19 persone, tutti italiani, al termine del blitz dei Carabinieri della Compagnia di Brindisi, concluso con l’aiuto degli altri reparti territoriali e speciali dell’arma.
Operazione “Ariete”
Come detto, questa mattina gli uomini in divisa hanno bussato alla porta di 19 indagati per consegnare un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura della Repubblica. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di furto ai danni di esercizi commerciali e sportelli automatici bancari e postali, consumati e tentati nell’anno 2019 nelle province di Brindisi e Lecce con il metodo della spaccata. In un caso anche quello della marmotta. Rispondono anche di furti di autovetture, tutte sparite da Brindisi, e di spaccio di sostanze stupefacenti tra Brindisi, Bari, Lecce e Cerignola.
Colpi studiati nei minimi dettagli
La banda studiava i colpi nei minimi particolari: dalla scelta delle auto da rubare, agli attrezzi da usare per mettere a segno i colpi: piedi di porco, mazze, martelli e persino ordigni artigianali. Non solo, per fuggire indisturbati lasciavano chiodi a quattro punte sui luoghi ‘visitati’ per impedire che gli uomini in divisa chiamati ad intervenire sul posto potessero inseguirli. Nulla veniva lasciato al caso, segno che si trattava di un gruppo organizzato e specializzato.
Prima di entrare in azione, ad esempio, effettuavano sopralluoghi accurati degli obiettivi presi di mira, ma anche dei ‘nascondigli’ dove avrebbero occultato la refurtiva, impiegando anche ricevitori radio per intercettare le comunicazioni radio delle Forze di Polizia e disturbatori di frequenze (c.d. jammer) per riuscire a inibirle.
L’indagine, chiamata non a caso «Ariete» che ricorda il modus operandi, è nata da un furto (andato a segno) al Punto Snai di Torchiarolo nella notte del 22 maggio 2019. In quel caso, fuggirono via con due slot-machine, macchinette ritrovate ancora nascoste nel covo della banda.
Sono otto, ma potrebbero essere molti di più, gli episodi finiti sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti: a Torchiarolo, Aradeo, Maglie, Cisternino e Fasano.
Lo spaccio di sostanze stupefacenti
Le indagini hanno fatto luce anche sullo spaccio. Gli indagati si rifornivano di vari tipi di sostanze stupefacenti dai malavitosi di Cerignola e Bari, hashish, marijuana e cocaina che poi piazzavano in Salento. E non esitavano a ricorrere anche a metodi estorsivi nei confronti degli assuntori che non saldavano in tempo il conto nei loro riguardi.